Libro Viges imo primo. 511 I banchetti egli eccelli del bere copiarono la vita a molti, amici di Aleffan- Lxxvm.
dro, e ad Aleffandro lìeffo. Efeftione il migliore de’fuoi amici fu forprefo dal- Efeft"„ed‘ lafebbre per aver troppo bevuto, e fenza curarli delle regole del fuo Medico, che gli aveva ordinata la dieta, come era giovane e vigorofo ,mangiò un cap-' c an ' pone arrofto, e bevette una gran tazza di vino freddo,il che accrebbe di maniera il fuo male,che ne morì nel fettimo giorno di fua malattia. La fua morte cagionò un inefplicabil dolore ad Alellandro. Stette tre giorni fenza bere e fenza mangiare,piagnendo e lamentandoli di continuo. Lafciò le ordinarie fue velli, fi recife i capelli, e volle, che non folo le fue truppe faceffero lo fteffo,ma che ta-gliafsero il crine a’ioro cavalli, e a loro muli. Fece abbattere i merli delle mura di Ecbatana, e delle città circonvicine, fece impiccare il Medico di Efeftio-ne , ed ordinò doverli veltire generalmente a bruno in tutto il paefe di fuo dominio, Vietando la mufica egli lìromenti in tutto il fuo campo. Fece portare il corpo del fuo amico in Babilonia coll’intenzione di fargli innalzare il maggiore e più fontuofo monumento, che gli folle flato polfibìle. Eumene, che av e-va avuti conEfeftione contraili affai grandi,temendo che’IRe credeffe,che egli godeffe di fua morte, fu’l primo ad infpirare ad Aleffandro il fargli degli onori fìraordinarj, ed egli ftefso offerì del danajo per innalzargli un monumento.
Alla fine confacrò fefteffo e le fue armi alla memoria di Efelf ione;il che fu imi» tato da molti altri amici di Alefsandro . Quello Principe non diede ad alcuno il comando della cavalleria, che dinominavafi de’fuoi amici, che aveva avuto Efeffioneje confer vò a quel corpo il nome di Reggimento di Efeftione,e le in-degne, che egli vi aveva prefcritte.
Per mitigare il fuo dolore,andò a far la guerra a’Coffei,conliderando l’eferci- lxxix. zio della caccia d’uomini, come un altro averebbe fatto l’efercizio di una cac- cont;o i «eia di fiere. 1 Coffei non erano mai flati vinti dagli antichi Re di Perlia, e fra Cofseied ì tutti i popoli d’Afta erano i foli, che difprezzaffero le forze de’Macedoni. A-—An del"* ■lefsandro gli afsalì nel verno , e’n tempo, in cui non credevano fi potefse pene- Monda trare nel lor paefe, li battè dappertutto, e dice vali nell’efercito, che quella im-prefa era come un facrificio fatto all’ombra di Efeftione . Tutta la nazione de’ Gefucrifto Coffei fu coftretta afottometterft. Alefsandro fabbricò delle città ne’luoghi 330' più inacceffibili, e’n capo a quaranta giorni ritornò da quel paefe.	lxxx.
Senza indugio pafsò ilTigri per andare inBabilonia.Ma per dar tempo al fuo Gl; indo-' efercito,di rimetterli dalle fue fatiche,marciò con molta lentezza. Come era in ■diftanza di trecento ftadj da quella città , cioè ditremilafettecentocinquanta ■paffi,gl’indovini di Caldea mandarono incontro ad efso uno de’loro compagni entrate in nomato Belefanto,per pregarlo di non entrare nella città,perchè quel luogo gli Bablloa,a‘»' doveva efser fatale. Nearco avendogli detto, quanto i Caldei avevano obito annuziargli, non osò allora entrare in Babilonia , ma vi mandò molti de’fuoi amici,ed egli andò col fuo efercito in diftanza di ducento ftadj, in una città nomata Burfia, fituata di là dall’Eufrate. Ivi Anaffarco Filofofo Greco, e molti altri fi sforzarono perfuadergli per via di Filofofici ragionamenti, che dovefse difprezzare le predizioni degl’indovini come cofe dubbiofe ed incerte . Infatti «egli conclufe con quel verfo di Euripide, che chi sà bene conghietturare è un