SOPRA LA STORIA UNIVERSALE. vii difenderli contro Annibaie, che Aleffandro per vincere e Dario e Poro, e gli altri Re dell’Afta e dell’India.Così ad intenderla beneilfamofoConquiftatore averebbe acqui-fiata più foda gloria e meritato il nome di Grande, domando i Romani,oi Cartagine fi del tempo, di cui parliamo, che nel fottomettere tutta l’Afia ; ma non averebbe forfè acquiflata una riputazione sì grande, perchè non fi giudica per l’ordinario delle cofe, fe non dall’avvenimento, e da quello, che negli occhi de’femplici fa impreffione. III. Grande^a^ Divifioni, Superftintoni, Sciente , Cronologia de1 Romani. LA Repubblica Romana giunta al punto,in cui la vediamo dopo la rovina di Cartagine, non poteva effere mandata in rovina, che da fefteffa. Era invincibile, finché le fue forze reftarono unite, e i fuoi Capi operarono di concerto, e colla fubordi-nazione, che era la fua forza,e’1 fuo fofienimento. Non poteva effere difirutta, fe non dalle fue domeftiche divifioni, o dalla fua propria grandezza . Vediamo in quello terzo tomo della Storia Universale la Repubblica agitata e divifa dalle fazioni di Siila , di Mario e di Cinna; ma quelle non erano che i preludj de’mali, che la cagionarono le divifioni di Giulio Cefare, di Pompeo, e di Marcantonio, che vederemo .Roma allora cefsò di effer Repubblica, e divenne regno e Monarchia. Di poi l’immenfo imperio fi manda dafelleffoin rovina, e fi diflrugge, come un coloffo troppo alevato e troppo mafficcio aggrava facilmente fefleffo, ed ufcendo dal fuo equilibrio, a un tratto è flrafcinato a baffo dal proprio fuo pefo. La Storia dell’imperio Romano giuftifi-cherà appieno, quanto abbiamo detto. Nel mezzo a’fentimenti eroici de’Generali, e di molti Senatori Romani;fralle valle idee di dominio e di conquille ; fralle grandi imprefe, e la coflanza, che non può effere fcoffa da alcun accidente, vedo nel popolo Romano alcuni baffi Sentimenti, certe fuperllizioni crudeli , puerili, ed indegne della maeflàdel nome Romano. Abbiamo già confiderata la cerimonia inumana difotterrare un Gallo ed una Galla, un Greco ed una Greca, in una piazza di Roma, per fraflornare gli effetti di una vera predizio-ne. I Romani replicarono la fleffa inumanità dopo la perdita della battaglia di Canne.Qual idea avevano dunque della di vini tà,fe la credevano capace di approvare fimi-li Sacrificj? Annibaie fifa vedere in Italia? Subito fi efaminano i libri Sibillini, che ordinano il far venire da Peffinunte a Roma una divinità Urani era. Cibele era la gran divinità di Peffinunte, città della Frigia o della Galazia. Era quella la Madre degli Dei, ed adoravafi in quella città fotto la figura di una Pietra sformata, che dicevafi effere calata dal cielo fui monte Ida. Subito fi fa venire con gran cerimonia. Per di-fa-vventura il vafcello, che la portava, vicino alla imboccatura del Tevere , venne ad urtare in un banco di rena. In vano furono impiegate l’induftria e la forza degli uomini e degli animali per difimpegnarne il vafcello. Dicefi, che una Vertale nomata Claudia v-i attaccacela fua cintura, e con ogni facilità lo difimpegnaffe. Così della credulità e della Semplicità del popolo era coflume il prenderfi giuoco. Qualche tempo prima avevafi condotto a Roma il Serpente di Epidauro, creduto il Dio Efculapio, Si viene in deliberazione di concludere un trattato folenne co’Car- * 4 tagi-