Libro LVIIL 15 j gran copia, gli altri ritornarono nella Macedònia, dove la crudele malattia diede il colmo alla loro rovina. Zenobia ad imitazione di Odenato fuo marito manteneva!! nell’imperio di cxxxr. Oriente,non riconofcendo i Romani fe non in apparenza,e vivendo nel reflo in fozj'not,il una indi pendenza affai grande. Zenobia rifolvette di fottomettere dinuovol’ ì'eÓ'X Egitto al fuo dominio; vi manteneva delle corrifpondenze con un uomo noma* Djm' to Timagene, che le dava av vifo dello flato delle cofe,e della difpofizione degli——---- animi.Quando ella credette,che’l tempo foffe opportuno,vi mandò Zabda oSa- CAzurf, Vir. bauno de’fuoi Generali, conunefercitodiyo.mila uomini. Gli Egiziani loro ne oppofero 50,mila. La battaglia fu affai oflinata;ma le truppe di Zenobia ebbero tutto il vantaggio. S’impadronirono di Aleffandria, e dopo avervi polli 5.mila uomini in guarnigione,fi ritirarono. Probo o Probato,che aveva l’ordine di dar la caccia a carfari delMediterraneo,avendo Caputo,quanto era feguito in Egitto,sbarcò in quel paefe con tutte le fue forze,ed avendo formato un efer. cito con quanti Egiziani,e Libj potè adunare,affali i Palmireni, che tenevano A-leffandri», e ne li difcacciò; dimodoché tutto l’Egitto fi fottomefse all’Impera-dor Claudio, e gli giurò fedeltà . Zenobia non fi perdette d’animo per l’avverfo fuccefso.Mandò nuove truppe inEgitto fotte la condotta diZabda,e diTimage-ne. Probo le battè,e le difcacciò dal paefe,ma Timagene avendo voluto chiudere il pafso a rumila Palmireni, che volevano ritirarfi nel loro paefe, ed a quello fine avendo occupato un monte vicino a Babilone d’Egitto,iPalmireni condotti da Timagene, che conofce va perfettamente il paefe, guadagnarono per altra parte la fommità del monte , fi avventarono contro gli Egiziani, e del tutto gli feonfifsero .Probo fu fatto prigione, e fi diede la morte . Così l’Egitto ritornò di nuovo fotto il dominio di Zenobia. Nelle Gallie Tetrico teneva afsediatala città di Autun, perch’erafi ribellata cxxxir. contro efso,ed aveva riconofciuto l’imperador Claudio. La città diede tutte le r, ^“a" da prove della fedeltà più collante. Mandò ad informare l’Imperadore della elìre- Tettic°-mità,in cui era. Alla fine dopo di aver patito,quanto la fame ha di più orrendo, reftò efpugnata,e provò tutta la crudeltà del vincitore, perchè Claudio occupa. <£>-. o'L». to in altre guerre di maggior importanza non potè darle foccorfo. 8 r * ) Egli era allora nella Macedonia,dove gli avanzi deH’efercito de’Goti eran fi cxxxi t ritirati nel monte Emo. La fame, e la pelle appoco appoco veli confumavano,e fa ì«“gier-l’Imperadore Claudio terminò di mandarli in rovina . Quello però non fegul ra a' G’ri fenza pericolo,e fenza perdita de’Romani.che lor prefentarono molte battaglie, fó"fucccl' Alla fine i Barbari fi refero. Una parte ne fu arrolata nelle truppe,e furono date i„, a7O. ' all’altra parte delle terre da efsere coltivate. Pochiffimi ritornarono nel loro ou„..v,(.« paefe. Claudio in una lettera, che fcrifse a Giunio Brocco,che comandava nell’ ìoìV °s Illirio,dice,che’n quella guerra reftarono fconfitti,e pofti in rotta 3 ao.mila Goti 2000. vafcelli prefi, un numero infinito di donne fatte prigioni : che i campi erano coperti di ofsa,e di carri abbandonati, i fiumi,e le loro ri ve ripiene di feu- __ di, di fpade,e di lance ; e che vi furono in grandiffimo numero de’cotnbattimen- An. x7». ti feguiti in diverfi luoghi per terra,e per mare.Queftafconfitta de’Goti meritò il titolo di Gotico all’Imperador Claudio. cxxxiv. I Principi migliori non pofsono andare a genio di tutti. Alcuni faldati mal- T'"torino contenti peradoie.