5o Storia Universale i Principi ed i Signori chiamarono Balduino, il quale era inEdeffa,e loelef-fero Re di Gerusalemme, Scoìfi'u Trattante Un nuovo efercito di cento mila fanti , e di cinquanta milaca-d'unéfetci valli di Normanni Crocefegnati,comandati da due fratelli di Fiandra, giun-eefcgnS? fe a Coftantinopoli. L’Imperador Aleffio volle pervaderli, che andaffero a Gerulalemme ad unirfi agli altri Crocefegnati. Ma com’erano rifoluti d’an- 7* dare in Oriente, e d’impadronirfi delCorafan, l’Imperadore mandò con lóro il Conte diStEgidio, e Zita per ajutarli co’loro configli, e per diplomarli dalla loro temeraria imprefa. Avendo paffato lo foretto prefero Ancira;poi pattarono il fiume Ali, e mentre marciavano verfo Amafea , iTurchi levarono tutte le provifioni da’iuoghi, per li quaji dovevano pattare, ed attac-caronli, quando erano dalle fatiche opprefli. Li combatterono tre giorni {uccellivi, e nel quarto i Francefì ridotti alla difperazione prefero Farmi, e piombarono fopra iTurchi. Quelli fi difefero con tanto vigore , che ne fecero un grandiffìmo macello, il reflante falvoflì nel campo; ma non ofan-do dimorarvi , fe ne fuggirono verfo Coftantinopoli , abbandonando il «ampo, il bagaglio, e la loro infanteria. I Turchi prefero, e faccheggia-rono gli alloggiamenti, infeguirono l’infanteria, e la fecero pattare a fil di fpada,non ne riferbando che un pcciolnumero per condurre inCorafan. Il Conte di S. Egidio,e Zita ritornarono a Coftantinopoli col refto della Cavalleria, ch’erafi fottratta ad una si grande fconfitta,e furono condotti per mare a Gerufalemmè. Il Conte diS. Egidio prefe la ftrada di Tripoli per continuarne l’attedio; ma effendovi arrivato fu affalito da una malattia mortale, e diede in potere di Guglielmo fuo nipote le piazze, che poffedeva, e le truppe, alle quali comandava. lxv. L’Imperadore Aleflio avendo intefo, che Tancredi s’era impadronito di icifioptell Laodicea,fcrifle a Boemondo lagnandoli diqueft’imprefa. Boemondone riget-de alcune tò tutta la colpa fopra Aleflio medefimo,dicendo,che non avendo egli man-CUicia./" tenuta la parola data a’Crocefegnati di unirfi a loro per combattere gl’In-fedeli, non doveva parergli tirano, eh’effi dal loro canto confervaflero le conquifte da loro fatte con tanti pericoli e travagli. L’Imperadore alletti una flotta, la quale fece qualche corfa nell’JfoIe dell’Arcipelago, e diè la caccia ad alcuni vafcelli Pifani; ma non ardì prefentarfi a Laodicea j* e Bntumite effendo andato a ritrovar Boemondo, non ne riportò alcuna buona rifpofta; onde fe ne ritornò a Coftantinopoli col refto della fua flotta malmenata dalla tempefta. L’anno Tegnente Catitacuzeno uno de’due Generali della flotta imperiale conduffe lefue truppe a Laodicea colla fperanza di prendere la piazza,. In fatti s’impadronì della città, e chiufe le parte, ma non potè sforzare la cittadella'1. Boemondo venne a {occorrerla, entrò con quantità di pro- vifioni nella cittadella, depofe il Governatore, ch’eragli fofpetto, e avendo rinforzata la guarnigione fece {radicare le viti, che imbarazzavano la BofufVd cava^er^a’ e & ne «Stornò ad Antiochia. fàpSca- Nel mentre che i Generali delFImperadore Aleffio profeguivano le loro wmm'Xu co’nSu^e nella Ciliciafttove prefero molte piazze, Boemondo, il quale non toma intra aveva piu armate nè da terra nè da mare, lafciò il governo d’Antiochia a '7-—'-Tancredi ,e fingendo d’efler morto sì fece mettere in una bara da quelli,, eh* Ir i,Z.ianr„ ik -4 erano