6 STORIA UNIVERSALE prima contra il culto delle immagini, l’orazione per i morti, l’aftinenza ordinata dalla Chiefa, la recitazione delle ore canoniche, ed altri punti importanti. Egli fece affiggere uno fcritto, in cuti acculava il Clero cattolico di lei errori. i. di credere, che il Prete nella confàcrazione divenga creatore del fuo Creatore. 2. «che fi debba credere nella S. Vergine, al Papa, e ai Santi. 4. che i Prelati pollano, quando vogliano , rimettere la colpa, e la pena dei peccati. 4. che fi debba ubbidire ai luoi fupe-riori anche quando fiaingiufto ciò che comandano . 5. che ogni Icomunica grulla o ingLuftaleghi lo fcomunicato . 6. che la. fimonia può elerc-itarfi lenza peccato. Nel medéfimo tempoegli compole diverfi ferirti per loftenere i fiioi errori. Il Papa Giovanni XXIII. temendo, che il male non paffalle da Boemia nell’ altre parti dell Europa, fi applicò ad-àrreftarne il cori© . Egli ne fieri® al Re di Francia Carlo VI. e all Univerlìtà di Parigi. Scriffe altresì al Re di Boemia Venceslao pregandolo d’impiegare tutta la fua autorità ad eftirpare una fi perniziola creila, ma quel Principe, ftupidito dal vino e dalla crapula, non n’ ebbe alcun riguardo „ Abbiamo veduto all’anno a ^S^-come Uladislao Jagellone Re di Polonia conversione" dii- tì la L ituania lua patria.. Il medelimo Principe nel 1414. imprefe parimente la conia Samo- verfione della Samogizia. Egli vi giunle qualche tempo dopo la fella di S. Martino, SnVj e dopo aver .parlato all affemblea del popolo, li efortò a convertirli, e principiò a vìùgof. 4‘ rovelciare i lor idoli, a tagliare i loro bofchi fiacri, e ad eftinguere il fuoco perpetuo, /.^7. eh’etti con gran cura mantenevano loprala cima dì un monte-. Erano perluafi, che i loro Dei.abbatterò certe forefte, e che tutte le beftie, lerpenti, ed uccelli, che vi erano, dovettero effere fiacri, e inviolabili. Stùpivanfi nel vedere, che i foldati del Re tagliaffero impunemente quegli alberi sì antichi, e che uccideffero quegli animali fiacri, lenza che lor avventile alcun male.. Principiarono allora a dubitare della-podeftà dei loro Dei, i quali non caftigavano quelli , che l’infultavano ; e ciò li difpofe ad afcoltare l’iftruzioni, che il Re medéfimo lor fece, fervendo di turcimanno ai Mif-fionarj, i quali non intendevano il linguaggio del paefie . Adoravano con culto particolare il tuono nomato in loro lingua Perkuno, e gli offerivano libazioni, idromele , e focaccie, immaginandoli, che i Dei, o almeno l’anime dei loro antenati fi ribatterò di ciò, che offeriva!! pretto al fuoco, in cui abbruciavano i loro corpi coloro cavalli, felle, e abiti migliori. Del refto quella nazione era allora sì barbara, che non viveva che di pane, carne, ed acqua, nè conofceva oro, argento, o vino. Potevano avere più mogli, efpofavano le loro matrigne, o cognate dopo la morte dei loro padri, o fratelli. Nonfapevano, cola follerò edificj a diverfi piani; i loro edificj erano capanne larghe al baffo, e che all alto finivano in punta, fabbricate di legno, e di paglia, ove dimoravano con le loro mogli, figliuoli, fervi, e be-ftiami. Il Re Uladislao loro infegnava il Pater, e il Credo, e {piegava i dodici articoli della fede Crilliana. Poi li faceva battezzare, e donava aquelli, che ricevevano il battefimo, abiti, panni, cavalli, danna) o, ed altre cole preziofe per eccitarli ad abbracciare più volentieri il Criftianefimo . Lor diede per Governatore un Baroli Samogizio buon Crilliano, e fece fabbricare una Chiefa Cattedrale aMeduik lotto l’invocazione dei SS. Martiri Aleffandro, Teodoro, edEvenzio, e llabilì Chiefe Parrocchiali in molti altri luoghi : fi può giudicare della rozzezza di quelli popoli da ciò, chefegue. Un Religiofo Domenicano predicando a que’ popoli lor dille, che Dio aveva creato il Mondo , e lor narrava le particolarità, come Mosè leriferifce. Un di loro l’interruppe, e ditte al Re: Quefi uomo è un mentitore, il qual