6o STORIA UNIVERSALE ,p j. Quelli accorfero con la lor armata per aflediarequella piazza. Durante queft’ aftedio la città di Praga fi divife tra R oquefano, il quale comandava nella vecchia ■Praga per i Taboriti, e Lujio, il quale comandava nella nuova per gli Orfelini. La difeordia tanto fi avanzò , che le due città lì fortificarono l’una contra 1’ altra., ■Mainardo avvertito di quefta difeordia.fi. avanza con le fue truppe verfo la vecchia Praga, batte i Taboriti, e s’impadronifce della vecchia città. A quefta nuova i Procopj abbandonarono l’aftedio di Pilfen, e accorfero al foccorfo di Praga . Ma prima che vi arrivaftero, Mainardo prefe ancora la nuova Praga. I Procopj fi accinfero ad aftediar Mainardo , il quale lor fece propofizione di pace. Eftì rifpo-fero, che non potevano trattar con onore, fe prima i Cattolici non aveftero re-ftituita Praga, e ritirate le loro truppe da Pilfen . Quefta .propofizione parve si ridicola ai Cattolici, che dimandarono di eflere condotti fubito contra i ribelli.. Mainardo approfittando di lor ardore andòad aftalire l’armata .Huflìta, la qual era trincierata nel fuo campo . Le trincee furono fuperate , e il conflitto durò più ■ di quattr’ ore . Ma il maggior Procopio?eftendo fiato uccifo da un colpo di lancia , eahminore effondo fiata fpaccata la tefta d’un,colpo di fciabla, gliHuftìti prefero la fuga, e la lor cavalleria fi ritirò in Colnitz . Si trovò nel campo una moltitudine di Huftìti, i quali fi refero prigionieri di guerra. I Cattolici inclinavano a dar loro la vita, ed anche la libertà. Mainardo non fu di tal parere, dicendo che il dare la libertà ad un sì gran numero di per one, le quali non avevano altro meftie-re che la guerra, farebbe un efporre il paefe a’ medefimi mali, dai quali iì voleva liberarlo. Fece dunque pubblicare nel luogo del campo, ov’ erano rinchiufi i prigionieri di. guerra, eh’ era rifoluto d’incorporare nelle fue truppe tutt’ i vecchi foldati di Zifca, ed era difpofto di aftegnare la loro penfione fopra l’erario pubblico; ma temendo , che tra loro s’infinuafte furtivamente qualche fòldato, che tale non foffe., pregavali a paffare nelle aje vicine coperte di ftoppia, mentre gli altri potrebbono ritornare alle lor cafe . I vecchi faldati entrarono dunque fenza diffidare in quell’ aje, ove trovarono di che* bere e mangiare in abbondanza . Quando egli li vide immerfi in unprofondo fono , 1’ armata cattolica inveftì l’aje , vi p.ofe il fuoco , e vi perirono quafi tutti gli Huftìti. Quefta feonfitta fu tofto feguita dalla pace in tutta la Boemia ; e i deputati di quefto regno, eh’ erano a Bafilea, fi riconciliarono con la Chiefa Cattolica'. xlii. Il dì 15. Novembre 1434. morì a Cofamo in Calabria Lodovico d’Angiò AnHó ^Re' ^g^uo^° adottivo di Giovanna Reina di Siciliae di Napoli. Quefta Principeftà di Napoli, adottò prima Alfonfo Redi Arragona, poi Lodovico di Angiò , finalmente do-An. 1434. p0 avere adottato una feconda volta il Re di Arragona, prima di morire iftituì fuo e ot' erede Renatoci Angiò-Duca di Lorena, e di Bar, e nominò fedici Signori per governare il regno in aflenza di quel Duca. Il Papa confermò ciò , che Giovanna aveva fatto in favore di Renato . Ella morì il dì 2,. Febbrajo 1435. Allora Renato di Angiò, ch’era in prigione a Dijon, fu riconofciuto erede e fucceflore della Reina Giovanna, e non potendo venire in perfona a metterfi in pofteflo del regno di Napolivi mandò la fua fpofa Ifabella di Lorena. Ma AlfohfoìRe di Arragona, il quahera allora in Sicilia, e voleva far valere i diritti di fua feconda adozione , fi trovò il.più forte, e Ifabellafu coftretta ritornar in Lorena nel 1437. il Re Renato fuo marito pafsò in Italia nel 143 8. e continuò la guerra tra lui ed Alfonfo., come l’.abbiamdetto nellaftoria di Lorena. In