LIBRO CXXXVH. ir ■ EruiValTemblea di Teologi, la quale fi tenne dopo la duodecima feffione fi trattò !’ L. affare-di Giovanni Petit Francefcanoil quale imprefe. la giuftificazione dell’ affaffi-'®°(7”n3 nio commeffo fopra il Duca di Orleans dalle genti del Duca di Borgogna. Le propo- vanni pX fizioni efpofte da.Giovanni Petit intorno a quell’ affare' erano già fiate cenfurateda titWmt-un’ affemblea del Clero di Parigi. II Re Carlo VI. e il Duca di Borgogna promifero concilio, di reftar neutrali in quell’ affare . Tutta volta il Duca di Borgogna temendo, che il An. «4iy. Concilio non faceffe il fuo giudicio a difavvantaggiò di Giovanni Petit, fcriffe Concilio pregandolo di non permettere, che nulla fi decretaffe contrà Petit, fe prima non foffe ftato ben efaminato in prefenza dei Tuoi ambafciadori, perchè molti credevano , che fé g li aveffero maliziofamente imputati errori, de’ quali egli non era reo . Quella lettera effendo fiata letta il dì 26. Maggio 1415- Gérfon Cancelliere dell’ Univerfità di Parigi protefiò' contra, e ne dimandò giuftizia al Concilio . Il dì 7. Giugno.feguente il Cardinal di Cambrai avendo rapprefentato, che conveniva giudicare, tutti gli affari concernenti la fede avanti la partenza dell’ Imperadore per Nizza, Gerfone prefentò una carta contenente le 9. propofizioni di Giovanni Petit .condannate a Parigi. II.Vefcovo d’Arras rifpole, che il Duca di Borgogna aveva appellata quella fentenza alla Sede apoftolica, e al Gòticilio . Gerfone foftenne, che la fentenza era canonica, e ne dimandò al Concilio'la confermazione. Il Vefcovo di Arras replicò , che la caufa del Duca di Borgogna era fiata commeffa a tré Cardinali', e che.fe n’era fofpefo l’efame per non ritardar 1’affare dell’unione. Quelle contefe furono cagione,, che fe ne rimettelfe l’efame dopo la feffione feguente . E dopo molte conteftazioni formate in tutto il tempo che durò il Concilio di Coftan-za, ih Vefcovo di Arras, e gli Agenti del Duca di Borgogna fecero nafcere tant’ incidenti, che. reftò indecifo l’affare. La terzadé'cimafeffione del Concilio fu tenuta il dì 15. di Giugno 1415. Vi fu letto il decreto, il quale ordina di ricevere la comunione a digiuno, eccettuato il cafo di XI li. malattia, e dichiara, che credendo collantemente laChiefa contenerli " veramente 2ern!I°“e ° fotto la fpecie del pane il corpo di Gefucrifto ugualmente che fotto la fpecie di vino, r/w/u. ordina, che i laici offervino come una legge inviolabile di non1 comunicare che fotto Concl1’ la fpecie di pane ; e. condanna come eretici quelli, che oftinatamènte affermano . il contrario ... Si leffe poi un altro decreto, il quale ordina fotto;pena di fcomunica à tutt’ i.Patriarchi, Arcivefcovi, Vefcovi, e Prelati di punir quelli, che confrav-veniffero oftinatamente al decreto , di cui fi è parlato , fino ad abbandonarli al braccio fecolare, fe foffe neceffario . ■ La decima quarta feffione fi tenne il dì 14. di Luglio, e vi furono lette le Bolle di lii. -Gregorio XII. con le quali convocava di nuovo il Concilio di Coftanza-, o almeno xiv. lo confermava ; , e i Padri pel bene della pace accónfentirono, che per quella volta, cfaìone" e fenza tirare a confeguenza, l’Imperadore Sigifmondo prefiederebbe ai Concilio. Si di' Gre-leffe poi un decreto, il quale dichiarava nulli tutt’ i procedimenti fatti nelle due ub-bidienze ad occafione dello fcifma, e le fcomumche reciproche di Gregorio XII. e di Tom. 12. .Giovanni XXIII. e bordino ai Nctaj di non fare alcuna menzione dei Papa, e di Cone,l‘' fegnare fidamente l’anno del regno dell’ Imperadore, eh’ era il quinto . - Dopo quelli preliminari Sigifmondo abbandonò il luogo ; ove prefiedeva ; e ripigliò il fuo luogo 01 dinario ; poi il Cardinal di Viviers fi pofe nel luogo di Prefidénte, e Carlo Malattia fece a nome di Gregorio XII. la ceffone del pontificato. Allora il Cardinal di Milano effendo montato in tribuna leffe uno fcritto conceduto in quelli termini:- B 4.