XXI. Dieta di 'Ratisbona. •An 1474 >Sn, Syl-v. 9s STORIA UNIVERSALE Linw Fe- guerra U&aìfico Conte di Cilia, Eizingero, e i Signori di Aufiria , di Unghe-,'derico in. ria, e di Boemia, i quali dimandavano, che loro fi reftituifle il Principe La-AÌema.'na11. dislao figliuolo poftumo dell’ Imperadore Alberto II. ed erede degli fiati di Au-Anmi4% ' ftria e di Moravia, e dei regni di Ungheria e di Boemia. Ladislao non era allora '^'frinii che il1 eti di 0 I4‘ ann’ ’ e i’ ImPerador Federico lo aveva allevato e protet-’ f f ' to come fuo proprio figliuolo. I Principi dunque ed i Signori mentovati di-' mandarono a Federico, chelordeffe il Principe Ladislao, effendo in età di prendere il governo dei Tuoi fiati ereditar j. Al rifiuto di Federico lo attediarono in Neufiad. Dopo molti atti di oftilità fi ftabilì, che il giovane farebbe dato in ma- no di Uctàfeico Conte di Cilia fuo zio a condizione, che farebbe cuftodito a Bere- y toldorff, e non prenderebbe il governo deiTuoi'fiati fe non dopo la dieta , la quale doveva tenerli a V ienna in Auftria. Mafubitó che il Principe Ladislao fii metto nelle mani dei Signori, queftì dichiararono, che non volevano trovarli alla dieta di Vienna, nè fottometterfi a ciò, che potrebbe ordinare circa il giovine Principe, il quale non ne riconofceva l’autorità . Turta volta Ladislao venne in quella città alla fetta di S. Martine , e gli ambafeiadori di Boemia, di Moravia , e di Sl'efia ve lo riconobbero folennemente per loro fovrano, e gli prefta-•rono giuramento di fedeltà ; il che fecero qualche tempo dopo ancor quelli di Ungheria. Dopo la prefa di Coftantinopoli divenendo fenàprepiù formidabile la potenza dei Turchi, l’Imperador Federico intimò una dieta a Ratisbona, ove fi determinò la guerra contra i Turchi. Si convenne ancora d’invitare il Re di Francia ad entrare in quella lega, eie Repubbliche d’Italia, acciò fommi nifi r attero i ya-fcelli per trafportare l’armata. Finalmente V intimò una nuova dieta a Frane-, fort per il dì 29. Settembre 1454. ove dovevafi chiamare iRe, i Principi, e le Repubbliche cattoliche per prender le mifure più convenienti a tale imprefa . Vi fi trovarono prima pochi Signori, e ambafeiadori, e quelli pochi ancora prevenuti contra l’Imperadore e il Papa, immaginandoli, che altro non cercattero, - che cavar danaro da loro . Qualche tempo dopo il numero dei deputati e ambafeiadori effendo.ficonfiderabilmente ingrottato , ed Enea Silvio avendo per due ore parlato, e cangiate le difpofizioni di tutt’ i cuori, fi rinnovò il decreto di Ratisbona per far la guerra ai Turchi, eli promì-fe agli Ungheri unfoccorfo contra i medefimi nemici di io, mille cavalli, e di 32, mille fanti, Il Papa dal fuo canto fece predicar la crociata in tutte le provincie. Si trovarono in Germania alcuni Elettori, i quali dicevano pubblicamente, che bifognava por freno all’autorità dei Papi ; ch’era tempo di fcuotere il giogo della fua eccettiva podeftà ; che la nazione Alemanna era più maltrattata, che la Francefe, o l’Italiana. Formarono nel 145 7. uno fiato dei lamenti della nazione Alemanna, nel quale fi lagnano , che il Papa non oflervava nè i decreti del Concilio di Coftanza, nè quelli del Concilio di Bafilea, nè le promette del Papa Niccolò V. che fembrava difpregiare la nazione Alemanna , e proccurare di efaurirla che annullava comunemente l’elezioni dei Prelati, e riferbava i benefizi e le dignità per ìi fuoi Cardinali, e Protonotaj : che accordava grazie afpet-tative lenza mifura ; eh’ efigeva le annate fenza dilazione, ed oltre il valore dei benefizi : che dava 1 amminiftrazione delle chiefe non ai più meritevoli, ma ai più offerenti ; che accordava ogni giorno nuove indulgenze per ammaffar danaro ; che XXII, Lamenti della nazione Alemanna . Àn. 1457. Syl-v. de monb. Germ & tp 379-