LIBRO CXXXIX. ,05 lentata, il che ella giurò . Finalmente la Principeffa Margarita con atto (bienne del dì 22. Giugno 1493. rinunciò al matrimonio del Re Carlo, e fu confegnata agli ambafciadori del Re dei Romani. L’Imperador Federico fi ritirò a Linz verfo il fine di fua vita, ove fi occupa- xl. va all’ Aftronomia, Chimica, Fifica, e Aftrologia. Credefi , che 1’ ultima ^°rtc^sl fua malattia gli fu cagionata dall’aver mangiato del mellone in ecceffo. Se gli trovò hTo ’ 1 lì. ' anche nella cofcia una putrefcenza, la quale fu d’uopo tagliare , ed eftirpare. Di- .49?^ mandò allora, qual differenza vi foffe tra un Imperadore, e un contadino? Cer- Trubu™1' to, foggiunfe, un Imperadore ammalato non vale un contadino in Janità. Eglimn-ri il dì 19. Agofto 1493. in età di 78. anni, e dopo 53-di regno . Il fuo corpo fu condotto a Neuftad, ove fu feppellito a canto di fuafpofa PImperadri.ee Eleonora di Portogallo, morta il dì 3. Settembre 1467. Quella Principelfa gli diede molti figliuoli, cioè i.Criftoforo nato nel 1465. 2. Giovanni, 3. Barbara, o Elena morti nell’ infanzia, 4. Mafiìmiliano fuo fuccgffore, 5. Cunegonda fpofa di Alberto Duca di Baviera. In Francia il Re Carlo VII. avendo terminata la guerra con que’ di Metz , co- xli. me l’abbiali! detto, partì da Nancì, e arrivò a Chalon's in Sciampagna , ov’efe-guì il difegno della riforma delle truppe per impedire i difordini, che cagionavano aiu 'm 4 . nel regno. Prefe dunque l’efpediente di confervare una parte dei foldati miglio- W cby.i, ri, ben pagarli, e mantenerli in una buona difciplina, e di congedare tutti gli altri. Si elelfero quindici Capitani, i quali avelfero fotto di loro ognuno cento lancie, o uomini d’arme, e fi permife a que’ Capitani di eleggere ognuno in tutta l’armata i foldati, che lor converrebbero meglio, e di formare le loro compagnie . Ogn’ uomo d’arme dovea effer pagato per 6. perfone, cioè 3. arcieri a cavallo,. un foldato armato di fiocco, è un quinto, ch’era il fervo dell’uomo d’ arme .La fua paga era regolata a 30. franchi al mefe moneta reale. Ciò fatto, il Re alla tefta di fua armata congedò tutti quelli, che non erano incorporati nelle compagnie, con ordine di andare a dirittura nel lor paefe, e proibizionefotto pena di vita di andare in truppa, o di far il minimo danno per viaggio. Si videro prefto gli effetti di quella faggia difpofizione. Il commercio fi riftabilì, le campagne furono ben coltivate , e j popoli principiarono a godere il dolce frutto della pace. Nel 1448. il Re Carlo VII. fece tutt’i fuoi sforzi per terminare lo fcifma tra xLir. Niccolò V. e Felice V. e il Papa Felice avendo accordato di cedere fotto certe Elfnzione condizioni, il Re inviò a Roma ambafciadori per farle aggradire a Niccolò V. ^,ealloSc*f’ Le condizioni in fofianza erano, che Amadeo rinunzierebbe il pontificato a con- An. 144«. dizione, che fi adunerebbe un Conciliò , il quale farebbe da lui convocato ; che dopo la fua rinunzia egli farebbe Cardinale, Vefcovo, Legato , e V icario perpetuo della Santa Sede in tutte le terre del Duca di Savoja : che avrebbe nella Chiefa Romana il primo pofto dopo il Papa: che quelli, eh’egli aveva creati Cardinali, conferverebbono la loro dignità. Il Papa accettò tutti quelli articoli, e Felice rinunziò a Lòfana . Era lungo tempo, che durava la tregua tra la Francia e l’Inghilterra , quando XLIIi. ricominciò la guerra nel 1449. ad occafione della città del Ponte dell’Arco in Nor- Guerra era mandia, di cui il Duca di Bretagna s’impadronì in rapprefaglia di Fougeres in e Bretagna, di cui gì’Ingleli eranfi impolfelfati. Il Re prefe ladifefa del Duca di [errL Brera-