36 P R E G I D E L L* È L O QU E N Z'A P O P O L A R E mare con tal finezza d’Arte , che ugualmente rechi piacere e giovamento agli (piriti alti j che a* dozzinali : laddove la Sublime è atta a pafcere i pochi fortunati Ingegni . A me è avvenuto d’ intendere Predicatori , che anche tifando l’infima Eloquenza in ragionando alla povera gente fapeva-ìio farlo con tal grazia e ingegnofa chiarezza , che rapivano il cuore anche de’ più vigorofi intendenti e ornati di fapere . Altri poi conofco , che fan. no adoperar quell’Eloquenza , nobile bensì, ma piana , «che rìefce un’utile e dilettevole Scuola tanto a quei del primo feggio , , che al Popolo di mezzo . Ma non- tutti fanno così . Qtiafi direfte , che la lor Rettorica tende ad ofcurar le cofe , per dar folamente ai grandi Ingegni il fegreto piacere di difcifrarle , e d’intendervi quello, che non fi dice . Ma non còsi infegnò di fare ai Predicatori 1’ illuminato Apoftolo delle Genti . Ecco le parole fue-ai Corintj (¿) : Et ego , quum venijfem ad voi,, fratres , veni non in fubììmitate.fermanti aut fapientia ' anntintianz vobis tefiimonium Chrijìi . Aggiugne- appreffo : Et fermo meus } ac pradicatio ftua non in perfuafibilibus hum an a fapienttœ vèrbis , fed in oflenfione fpiritùs & vir-tuti's. Non fi biafima gi'a 1’ Eloquenza , ma fi defidera quella , che afcon-de l’Ingegno , e tratta con tal forza chiarezza , e garbo le Verità dell’ eterna noftra fallite , e del- faggio governo di noi fleffi , che ¿del pari cica di Chiefa .iftruito , mollo:, e ràpito il Letterato che 1’ Ignorante . Nelle Prediche di San Paolo non comparivano le amplificazioni , gli ornamenti pompofi , e le finezze di que' grandi Oratori , che prodotti dalla Grecia; fon tuttavia oggetti della noftra ammirazione . Pure che effetto non facevano le Prediche fue tanto ne’ Greci Idolatri , che ne’ Barbari Idioti tanto ne’ Sapienti , che negl’ Ignoranti ? Il chiaramente efporre Ia~Do,ttrina del Vangelo e la Filofofia Griftiana , il fortificarla con fode ragioni , il perfuadetla con dello zelo ed affetto , doveano effere la viril facondia e 1’armi , colle quali il grande Apoftolo efpugnavà gl” Intelletti ed i ¿uori d’ognuno r;-. ' • • • • ' . 3. Però è difiderabile , ed anche neeeffario , che chi s’ appiglia all’ impiego di Predicatore , e maflìmamente ¿Fi Predicatore Urbano j .ftudj ,l Precetti della Rettorica , e fi eferciti in effa : non per imparare a comporre delle Crie , cioè a dire e iidire con iuperflue parole ciò , che in poche ha già intefo 1’ Uditorio ; non per aggiugnere fraîche al lodo delle ragioni*; «on per ufarne _di-quelle , che han folamente delio fpeciofo ,, e nulla concludono ; ma per apprendere' la maniera di peifuadere e di muovere gli Affetti , la nobiltà della dicitura,, le Figure convenevoli , 1 ordine delle ragioni , la.¿Perorazione , e limili documenti , che fervono ancora per la giudieiofa teflìtura delle Prediche facre ► Pertanto fia nobile e ornato lo Stile , ma intelligibile • le dottrine e le ragioni si ac-conciamente efpreffe , che anche il mezzano Popolo arrivi a comprenderle - le fra fi e parole prefe ( fieno-naturali o traslate) dalla corrente Lingua Italiana , come le ufano- i migliori 'in parlare e fcrivere , e non già ■ ■ ran- (a) Eptjlota I. ad Corinthios Cap^ IL verf. i,