Del Pigna. 8z non ci potevamo difendere altrimenti , che .con l’offendere chi noi offendeva. Il che avviene non folo , quando fi vede la morte certa , che ns foprallà; ma ancora quando fidamente fi fcorge il pericolo della vita, nel quale fi caderebbe , ogni volta che in sul principio non fi oftaffe al contrailo . Però se alcuno fi moverà colla fpada nuda , © con altra arma abballata contra di me, o lenza moverfi mi minaccerà con l’arme rivolte a me-, se in tal calo io mi fipingo innanzi, e l’uccido , per r-ifpetto del folo terrore dell arme, eh’ io ragionevolmente abbia avuto : la legge m’afi folve , purché le minacce di quel tale fatte a me tendeffero alla morte,-mia. Perciocché tutte le leggi favorifeono la confervazione dell’ uomo , e fono fevere nimiche de’turbatori della quiete umana , per effere coftoro violatori di certa cognazione, con che la natura ci ha tutti affidati l’uno, all altro» do. Si addimanda, se la difefa fi chiamerà neceflària, quando io difen-' deridami vada ad oppormi all’-aflàlitore ; e che nondimeno fenza oppormi ad effo io poteffi colla fuga falvar la vita. Fuggire dovrà un’ignobile, e ciafeuno , eh’ è fuori delia profeffion deli’ onore . Anzi pare a un certo modo non diferepante dalla vita Criftiana , che quando 1’ uomo fra nella vocazione della vita onorata, abbia più tolto da uccidere 1’ affalitore, che da fuggire ; affinché fuggendo non efea fuori della fua- vocazione , potendo quella fuga portare fcandalo, e farlo notare per vile, ed infame. di. Gontuttociò nella via de’ perfetti quella fuga non è vituperolà; e ¡’uccidere più tolto chi n’affale, che inoltrar viltà, non avrà luogo nel-, la perfezione della legge divina ; ma la fuga farà abba-ffamento di fuper-bia, ed ubbidienza ai comandamenti di Dio , e non viltà in quei , che, fono perfetti : anzi vincendo l’ira, e l’ardor di se fteffi, fono più che forti . Altrimenti quando fuggifièro per tema di morire, e cupidità di vivere, farebbono non umili in Dio, ma codardi in se iteffi , e però piegati affai più alla dannazione, che alla falute. • . . 62. Seguitare , e ripercuotere uno, che fugga, da cui noi fiamo fiati percoffi, non è licito , perchè quello non è più neceffario alla difefa anitra, effendo noi di già fiati offefi. x d3. Eccetto però, se poteffe confiate, che colui dopo averci percoffi, fuggiffe a polla per tornare a percuoterci , tal che ritornaffe o con nuove armi, o con fue genti, o d’altra maniera per'affalirci di nuovo; perciocché in tal cafo per la fopradetta regola dell’afficurarci noi dal pericolo della vita, potremmo feguitarlo, ed ucciderlo. dj. sfoderata farà la difefa- Perciocché potrebbe effere neceffaria , per la quale neceffità io ribatteffi l’affalitore, e gli andaffi incontro ; e chia-menafi ribattimento, o incontro neceffario. Ma la maniera, con la quale per difefa mia io offendetti lui, potrebbe effere immoderata ; onde bi-fogna, che non fi ecceda la debita' mifura. 65. Sarà 1’ eccello o quanto all’ inlirumento del percuffore, ogni volta La Pace del Pigna* L che