Del P i-jt-o m a., . ii3 almeno lafciato in termini che potette afpettarfi buona rifoluzione da etto, ritornerebbe a parlare a Marco, ed il. farebbe certo, che Lucio fi fotte motto non di fuo capriccio, o con mala intenzione , ma folo per una fubita collera per aver creduto a quel fuo amico, che avea prefo errore nel nome di Mar* coy nella guifa che era fatto conofcere apertamente. E gli direbbe appretto, che quando Lugìo, che è chiaro della verità, ne vuole aderire al fatto, riva-catte.le parole, che ha dette , ben farebbe ragionevole, ch’egli per conseguenza rivocaffe la Mentita, e moftraffe tanto più la fua fchietjà, e buona volontà, quanto più,fi vede, che Lucio è flato ingannate, e s’ha lafciato portare dall’ ira , e quanto più egli dall’ altro canto ha ributtato l’ingiuria con Mentita, e con ferita; e che Umilmente avrebbe da inoltrare rincrefci-mento di quello, che.fotte occorfo, e d’effere parato a dare ogni fatisfazione all’offefo, che dar gli potette convenevolmente. E così il disporrebbe a quello, che portatte la ragione, e l’onore . , . . . ■. : , 257. Richiamato poi Lucio,.gii farebbe Sapere intieramente il buon’animo di Marco, e pigliando il fecondo capo dell’offefa, discorrerebbe Sopra i carichi, i quali non fono propriamente nell’ offefa, che ci venga fatta ,, ma nell’intenzione di chi fatta, e nella maniera di chi la riceve-;' e ciò vedetti nell’efempio di chi batta alcuno in iièambio, o violentato da altri gli dia un’ urto. Perciocché quelle percofse rifpetto al proponimento del percufsore non fanno carico ; e quando il percofso faccia quanto Sa in poter fuo contra chi l’offende, nè anche rifpetto a se ftefso retta caricato. Sicché dovendoli avere due confiderazioni all’ottetti, l’una di chi offende, l’altra circa chi è ottetto: nel fecondo cafo efsere chiaro, che efso ha fatto il debito contra Marco sì nell’ afsalirlo con la fpada, come nel continuare di menar le mani intrepidamente, e che, ancora che egli rimaneise,.ferito, non folo non rimafe punto difonorato, ma per aver refo buon conto di se in quella zuffa , ne riportò onore ; tanto più che il cafo, o l’arte fatti più delle volte, che l’uno colpi-fca, e l’altro nò; anzi trovarli in alcune quiftionir-che chi ha avuto le ferite avrà moftro più valore, che chi le avrà date , ettarà per quello di miglior condizione. Per ferite, che anch’egli defse-a Marco, se ben fofsèro infinite, non levarli la, ferita a lui. Nel -primo cafo conftare, che Marco nolfece se non per neceffità dei-conflitto,, che fu fatto, non avendo egli potuto far di meno d’impugnare la fpada fua contra la fpada del nimico ; ed ora efsere anche da lui dichiarata la fua intenzione con efibirfi.per termini cortefi, per modo che all-offéfa fatta viene a levar tutta, quella mala qualità, che avefse apportato carico, quando non fi fofsecceroato dittarne vendétta. Non dover-fi lafciare però d’accettar f efibizione di Marco. 258. Di quello modo andrebbe facendo capace Lucio di quello che conviene ; e col chiedergli, che non vuole già reftar con difonore, il convincerebbe di mano in mano. E refterebbe al fine di parlar con Marco, e di conchiudere la Pace, dal quale piglierebbe tutte le parole, eh’ egli fofse per dire a Marco. 257. Difpofte le cofe per quello vario, fatti vanire l’uno e l’altro a se,— Là Pace del Pigna, P par-