P oesia Lib. III. 5 3 quando fi proponga il Poeta Comico di parlare a perfone onefte , e vir-tuofe , tali però , che pollano di leggieri guidare il vizio , e divenir cattive . Plauto , Ariftofane , Terenzio , fe alle altre Virtù delle lor Commedie avellerò congiunto ancor la Modeftia , e la verecondia , maggior commendazione meriterebbero a’ noftri tempi. Per ifvegliare il riio, la via lodevole , e ficura , fi è quella di ben rapprefentare nel più eminente lor grado i coilumi popolari, cioè un uomo parlatore, un avaro, un gelofo, un temerario, un cortigianello, un vantatore, una Donna vana, un fervo fciocco, un Giudice intereffato, un Proccuratore ignorante, un’ alluto Artigiano , e tante altre maniere di coftumi , che tutto giorno fi mirano ira gli uomini di baffo flato . La rapprefenfazione di tali qualità. , e quello vivamente dipingere i difetti, le affettazioni, e i vizj delle private perfone , maravigliofamente ricrea , e fa ridere gli Spettatori . A 'ciò lì dee congiugnere una Satira non velenofa , ma dolce, ed amena, che non punga full’ olfo , lavorata con motti , e riflelfioni acute , frizzanti , ed inge-gnofe . Proprio della gente ignorante è il faper folamente far ridere con difonelte Immagini , e con laidi fenfi . La fperienza poi ci moftra , che nel ben dipingere i coftumi , e difetti popolari , come ancor nell’ ufare di-licatamente la Satira , confitte il vero condimento della Commedia . Ma ficcome le Donne vane , i Cortigiani affettati , i gran parlatori , e fimili perfone, mirando così bene contraffatto dalla Commedia, e meffo in derilione il coftume loro , imparano a correggerli, e ad alienerfene ; così tutti gli altri vizj, come la difoneftà, la foverchia licenza delle Donne in con-verfare, le truffe de’fervidori, de’ figliuoli, delle mogli, f amor de’Duelli, l’arte d’arricchirfi vilmente, e con danno altrui, il rufhanefimo , ed altre mille azioni biafimevoli , che poffono rapprefentarfi , talmente debbono dall’ accorto , e virtuofo Poeta efprimerfi , che gli Spettatori fieno molfi ad abbonirle , non 'àd invogliarfene ; Io non credo già , che un tal frutto polfa raccoglierft dal Paftor Fido , componimento degno bensì di gran lode , ma diffettofo nel fin Politico del vero Teatro , cioè nel giovare al popolo, veggendofi quivi non riprovata , ma perfuafa da i configli d’ una Corifea, dall’ eiempio di Dorinda, e da altri non pochi ragionamenti tanto più perniziofi, quanto più teneri , 1’ impudicizia , e la follia de’ baffi Amori , Altresì , per efempio , non potrà commendarfi il Moliere , che nella Commedia intitolata /’ Avaro ci rapprefenta in tal guila un figliuolo difubbidiente al padre , che facilmente può condurre i giovani malvag-gi a dilettarli, e confermarli nel medefimo vizio. Tanto poi ia Commedia , quanto la Tragedia hanno graviffiima neceffi-di valenti Iftrioni , o Recitanti , fe nel Teatro han veramente da recar diletto al popolo. Dalla viva Azion, o Pronunziazion di coftoro pende la maggior parte del piacer Teatrale , dando effi anima alle bagattelle non che a i gagliardi affetti, agl’ingegnofi Pentimenti, alle facezie; e potendo effi colla forza dell’ imitazione far piangere, far ridere, {paventare , e rallegrare fecondo le occasioni la gente , che afcolta'. Se gl’ Iftrioni fon . lan-