IO OSSERVAZIONI PER LE CONTROVERSIE ritto dì Feudo , o dì Superiorità . Il che aggiunge egli , fi trae dalla Lettera XLIX. del fuddetto Adriano , il qual dice , che Dio per mezzo fuo avea donato TUFFO alla Chiefa ‘per quem OMAIA Deus San A a fune Ecclefiee Eeatorum Apoflolorum Principis largì ri dignatus efi. E nella Lettera LXXVII. Adriano dice , che Carlo fece le Donazioni fub INFEGRIFAFE . Tutte le quali parole efprimono , che Pìppino e Carlo non fi riferb areno cofa alcuna fopra le Provincie , e Città , che donarono. Lodovico Pio anch* egli nella fua Coftituzicne già Rampata da varj Autori, dice , che conferma alla Chiefa TEfarcato fui IAFE GRIFATE cum Urbibus^ Civitatibus &c. e tra effe Ferrariam , Comaclum . Fi* nalmente aggiunge lo Scrittore , che Carlo Calvo fece il medefimo , per quel che fi vede dalla Lettera IX. di Giovanni Vili. Ingegnofe fono le rifleffioni di cotefto Autore fopra le’ Voci Olo-caufio, Omnia , U, fub Integritate ; ma non fervono a provare l’inten* to iuo . La parola Oloeauflo tanto conviene a chi offre a Dio con ri-ferbarfi la Sovranità , quanto a chi offre fenza riferbarfela -, e il fondarli fopra una metafora in fimili cali, egli è facilmente un fabbricare In aria . QpAVOmnia , perche pruova troppo , non pruova nulla . E la formola di fub ini egri tate era ufata anche ne’ contratti più triviali , lignificandoli con effa le pertinenze d’ una Città , d’ un Pode» re, d’una Cafa, ma non già la Sovranità del Principe . Era lo ftef-fo pertanto il concedere un Moniftero fub integritate , che il concedere Monafierium integrum -, e così dico dell’altre cofe , come fe ne veggono gli efempj ne’ Diplomi antichi . E non abbiamo noi già veduto , che anche il Senato , e Popolo Romano , anzi gli fìeifi Re di Francia aveano parte in quel Dominio? E in quanto a quelli Re , fi offervi l’Epifi. 51. di Adriano a Carlo. Magno . Dice in effa d’aver mandato Gregorio Sàcellario a Imola , e a Bologna ,. qui f/udìces ■ earundeni Civitatum ad Nos ( al Papa ) deferre deberet , ¿T facramenta in fide E. Petri , U Aofira atque Excellentice Vefirce a cunAo earum Populo fufciperet. Nell’ Epifì. 54. fi dicono le rar gioni della S. Sede , e l’ufo della giurifdizione fua fopra 1’ Efarcato , e fi conofce Carlo per giudice contra Leone Arcivefcovo di Ravenna » e fi prega , perchè eundem Archiepifcopum fub Nofira ( cioè del Papa ) poteftate contradere dzgnetur . Dall’Epift.* 75. fi vede , che i Ravennati ricorrevano a Carlo contra il Sommo Pontefice . Dall’ Epifì. 88. fcorgiamo , che quel Re comanda nell’ETarcato , e il Papa implora Pautorità di lui contra un’Occupatore de’ beni della Chiefa nell’Efarca-to medefimo. Difìrutto dunque il Regno de’Longobardi, Carlo, non ancora Imperadore., pretefe , & accordandolo il Papa , efercitò giu-.rifdizione fopra, gli. Stati donati. Prima poi , che i Longobardi per-deffero il Regno, i patti, con cui fi accordarono efli di cedere l’oc-* capato , contenevano qualche reciproca eorrifpondenza di Domim'o . Nè di tale verità potrà dubitare , chi attentamente leggerà 1’ Epifì. 24.