* OSS^RWZIÓlU PER LE CONTROVERSIE ve 9 & fide Romani Imperli, admonehat , così fcrive il fuddetto Auto re . Oltre di ciò gli Efarchì dipoi fignoreggiarono-, come prima, nelle Città del loro governo ; è lo fieffo Papa Stefano coll’avere , fecon-doché Anafìafio afferma , chiefìo foccorfo agl’Imperadori Greci , prima di ricorrere a Pippino, mofìrò bene , che quegli erano tuttavia i veri Padroni dell’Efarcato , e di Roma. Sicché come fi può dire , che fotto Gregorio II. cominciò l’Efarcato ad effere di ragione della Cbiefa Romana % E con qual titolo fi può fofìenere, che Pippino re* ftituiffe quelle Città al Pontefice ? Non fi dilungherà però molto dal vero , chi fofpetterà , poter* effere provenuto il titolo , e lo fpaccio di quella Refiituzione , dalla Donazione fampfa di Cofìantino il Grande , finzione fpeciofa , e non Unica , di qualche pio Artefice di quell’ età , giacché Tappiamo , ch’ella cominciò ad ufeire in campo verfo i medefimi tempi , e Adriano 1. in una fua Epiffola a Carlo Magno fcritta dell’anno 776. ne fa menzione , Anaftafìo , ed Eginardo , avendo davanti agli occhi una sì bella opinione , e credendola di buon pefo: che miracolo é , fe vi fabbricarono fopra , e chiamarono Refiztuziotte ciò , che né pure fu legittima Donazione ? O pure fi può dire che effendofi fottratti i Ro* mani fotto Stefano II. all’ubbidienza degl’Imperadori d’Oriente , e pre-fo il governo di Repubblica , di cui ¿era Capo il Sommo Pontefice , eglino pretefero l’Efarcato , come cofa , che una volta era dipendente dalla Repubblica , e dalla giurifdizione di Roma . In fatti Stefano per attefìato d’Anaftafio richiedeva ad Aiftulfo , ut Sanila Dei Eccte-fia , ¿7 REIPUPLICJfi ROMANORUM redderet jura . Il che dal Addetto Bibliotecario vien ripetuto altre volte . Stefano II. nel? Epifilla VI. a Pippino fcrive, avere il Re Defiderio data parola di refìitui-vc jufiitiam Sanila Dei Ecclefia , five Reìpublìca Romanorum ; ed Egi-nardo (a) anch’egli dice , che Pippino fece eretta Romanie opida , atque sufi ella refiituere ; e avere Carlo Magno cofìretto Defiderio ut omnia Romanie erepta refiitueret. In confermazione delle quali cofe può notarli , che Gregorio III. cominciò a trattare con Carlo Martèllo del fottrarfi, che penfavano di fare i Romani dall’lmperadore , come affai chiaramente fi dice dal Continuatore di Fredegario , e dagli Annali Metenfi . Ma quefio- fieffo trattato ginfiifica, che il Pontefice co* nofceva tuttavia per dominante di Roma l’Imperadore . Il medefimo Papa nelle due Lettere , che abbiamo , fcritte da lui a Carlo Martello ( e fono le prime del Codice Carolino ) non fi lamenta di Sovranità, o Dominio violato da’Longobardi, ma del danno del Popolo, e delle entrate dedicate al mantenimento de’ Poveri , de’ Luminari, e del Clero , che nel linguaggio di que’tempi fi chiamavano Patrimoni . Zaccaria fece refìituire da Liutprando le quattro Città , che aveva tolte 5 ma a chi ? Lo dice Afiàfiafip : pranominatae quatuor, quae a Cd in Vita Karoli M.