* -■i < 4 OSSERVAZIONI PER LE CONTROVERSIE facendo ìó , vorrei bene, che VS. Illnftrifs. foffe perfuafa , che non difetto di riverenza e d’amore offequiofo verfo la S.Sede, nè animo-fi tà , nè altro mai fano affetto, mi configlierà a non approvarealcune fentenze di cotefta Lettera ; ma sì bene mi vi coftringerà mio mal grado l’obbligazione di non tacere , ove cotefìo Scrittore ha cremato bene di dover parlare . Perciò a gl’inviti fuoi, e non all’inclinazione mia, fi dovrà attribuire ciò ch’io farò neceffitato di rifpondere intorno a que’ tempi, i quali fenza danno della caufa poteva ognun di noi trapalare , con ridurci a i foli ultimi Secoli , cioè al punto deciforìo di quefta lite . Entrando dunque nella materia , le dirò , ef-fere bene una difgrazia , che fieno periti gli originali di quegli antichi Diplomi, poiché fi potrebbe forfè meglio intendere da loro , in che confifteife la liberalità di Pippinó , e di Carlo Magno , e il Gius de’ Sommi Pontefici . Imperocché non bafìa leggere i Codici prefenti d’ Anaftafio per chiarirli di quelle cofe , veggendo noi , eh’ egli enumera anche fra le Città donate alla Chiefa Romana da que* due Monarchi Pronunciai Venetiarum , ¿7 Iflriam , ed altre Città , le quali o non furono veramente comprefe in quelle Donazioni, o fe pure v’ebbero luogo , bifogna bene , che i Papi acquiftaffero poco Gius anche fopra l’Efarcato , mentre non li proverà , che ne acquifìalfero nè pure un poco fopra le fuddette Provincie della Venezia , e dell’Ifìria . Merita ancora qualche confiderazione il vedere , che le parole della Lettera d* Adriano I. di cui fa menzione cotefìo Autore alla pag. 9. vengono anch’elfe dal folo Anaftafio , mentre ne’ Tefìi Greci di quella Lettera non fi leggono punto . Comunque però fia fiato quell’affare , io m’afpettava almeno , che li lafciaife il Dominio dell’Efarcato agi’Imperadori avanti alle Donazioni di Pippino, e di Carlo . Nè pur quefìo fi è ottenuto . Anafta-£0 , ed Eginardo a quelle Donazioni danno il nome di Rejiituzioni : adunque ciò fa concludere , lafe?andò da parte ogni altra forzata interpretazione , che le Citta refiituite ■> fof/èro per Iinnanzi di ragione della Chiefa per titoli antichi , 0 perche i Popoli, fcoffa il giogo dei Greci fi fof-fero mefii fotto il Dominio della Sede Apofiolica fino a* tempi di Gregorio II.9 quando Ilmperador Leone Jfaurico divenuto eretico, e perfeguitando le fa-gre Immagini , le Citta delCEJarcato unite co Veneziani , fi armarono pefi non ubbidire a fuoi empj editti . Ma io non fo , come fi pollano mai foftene-re tali propofizioni , effendo cofa evidente , che l’Efarcato colle fue Città fu degl’Imperadori» e venne governato in loro nome da* gli Efarchi, finché i Re Longobardi il levarono dalle loro mani . Sopra ciò fi può vedere Anaftafio , e Girolamo Rofìi (a) . Nè è meglio fondata quell’ altra propofizione , cioè , che prima dell’ invafione de* Longobardi IR far rato , o fia il Principato dì Ravenna non avea che fa* .re col loro Reame, ma Tremi col Ducato di Roma , COU raggiungere di-« poi mp lìb. 4,