DEL DOMINIO DI COMACCHIO. 15 Citta , ficcarne attefia il coetaneo Autore del fio Panegirico, pubblicato da Adriano Valefio , con quefti veri! : ....... fed falla filentia tandem , Le eli tal Augufii concefiòs m liner e pagar , Prcefulis olfequio gradibur fianr ieOlor in altre, C&fare quo norìnt om> er data munera . Prendo Ulte due paveat f aerar fili fumare ferrar . Edotifi, aggiugne ancora , come il Poeta da il titolo di facre alle Terre» e Città della Cbiefa , dicendo , che ninno ardifea di tifar parie . S’ uno vo-leffe negare , che qui fi parli di Donazione di Città , e di Provincie, e foftenefie , che (blamente fi dee intendere una Donazione di Po de-ri, di Manli , di Cenlì delle Provincie , delle quali cole in que’tem-pi frequentemente fi faCea dono alle Chiefe : non farebbe sì facile il provare il contrario , perche la parola Pagar dice ben poco j e Berengario fece altri doni al Popolo , e alle Chiefe di Roma, e ad altre d’ Italia . Oltre a ciò , fe va intefo di Città , e Provincie : perchè dice il Poeta Augufii concefi'èr munere pagar ? Se quelle Terre già erano de Papi : non potea chiamarli dono dell’ Imperadore quella concyflione , nè fi dovea dii e data munera. Comunque ciò fia, noi fappiamo, che Berengario fu Imperadore , cioè ebbe quella Giurifdizione , e quel Dominio in Italia, che aveano goduto i fuoi AntecelTori . E per tale il riconobbero nel Panegirico medefimo i Romani » gridando ttvlla fu& Coronazione : .......Valeat TUUS aurea PRINCEPS, Roma din , IMPERIUMQUE gravi fui pèndere prefiunt Erigat, ¿T fupera fiernat viriate repeller . E perciò io truovo in uno Strumento (a) Latto TemporiburTLmnifleMinis Summi Pontifici &c. IL Imper. Donino Berengario piiffimo &c. che i’Ar-civelcovò di Ravenna comparfo davanti a Oldtrico , Vvilperto , Egl-rurfo , e Lanfranco Vaffi & Mffi Domni Imperatorir , chiede giu Clizia., perche gli uomini di Mafia Fifcaglia non voleano fervire , nè ubbidire alla Chiefa di Ravenna . I Giudici Imperiali, udite le part , danno la fente-nza in favore del Ravennate . Medefim aulente riferifee il Roifi (Z-) un Concilio tenuto in R alcuna alla prefenza del Papa e di Lamberto Imperadore, ove fi fìabilifce quello decre-o : Si quir Rematine , cujufcumque fit or di nir , five de Clero , five de Renata , ad nqfi raffi Imperatoriam majefiatem venire vAuerzt , aut neceffitate compulfur nofirum auxilium implorarit, nemo eì impedi meni um afferat * 4L liteat Imperatori aut per fe , àut per Legai or fuor caufam ejur -cognofcere . Qui fecur fecerit* ab Imperatore puniatur. E fi conferma quivi l’antico rito, che la con* fe orazione del Romano Pontefice finn fi polla fare , fe non prajenti-bur Legatir Imperialib'ùr : il quale rito durò ancora fino alle difienfionì del Sacerdozio, e dell’ Imperio , come pruoya il Baluzio nel Tom. 3» (a) ColleSlan- Peregr. Prìfcian. MSS. [b] Hi fi. Rav. Lib. H.