l8 OSSERVAZIÓNI PER LÉ CÓNtROVEWÈ erano traffortdii da finiftre impreffiòni centra i Sommi Pontefici , di paja* re i termini del Reame ¿’Italia , e d' opprimere la S. Sede Con diminuire ìautorità Pontificia fulle medefime Città . Ma non fu e il èoffiderato , che per una violenia . Poche , ma buone pennellate , che ci fanno vedere tìn bèl ritratto degl’Imperadori Tedefchi . Ma »'egli è vero , come è veriffimo, che gVlmperadori Carolingi pattavano i termini del Reame d’Italia, e comandavano con piena autorità in Roma Retta , e chiamavano in giudizio per liti , ed accufe temporali anche il Pontefice medefimo : perchè mai cotefio Autore ha riferbata a i Tedefchi foli una taccia , che' egualmente Conveniva a i Cefari Carolingi ? La verità però lì e , che tanto aneli, come quegi’Imperadori , non commi fero violenta alcuna con fare da Padroni , e da Sovrani nell’ E farcito ; perciocché. tutti erano Imperadóri di fatti , e non di nome foto ; nè altra autorità avevano i Sommi Pontefici Copra quegli Stati « fe non quella che di mano in mano andavano loro concedendo, ó confermando gli Augufti , come a loro VicarJ . Il non confiderare , che per una violenza l’esercizio della Sovranità temporale mantenuta dagl* imperadóri Ted fchi in Italia, Viene folamente dall’effere troppo pieno delle idee delle cofe prefenti ; ed io torno a dire , che per giudicar meglio de’vecchi tempi, Converrebbe purgarli meglio da i fantaf-ml degli ultimi tèmpi . Per altro io avrei volentieri configliato cote-fio Scrittore di r.on voler mettere in campo, che gl’Imperadóri Te-defehi tentarono di diminuire ['autorità Pontificia falle medefime Città , affinchè non venitte vòglia ad alcuno di cercare, fe altri abbiano tentato di diminuire o abbiano diminuita di fatto , l’autorità Imperia* le falle Città medefimè . Ì. XII. Ceffone di Leone Vili, ad Ottone I. efaminatfr. u SEgtìita a dire , che per dare uriàpparentè colore di jfufiièda a quella fuppofia violenza , fu necefiàriò ricorrere all impoffare col cercar di far credere , che Leone Vili, avefie ceduto ad Ottone il Grande tutto ciò , che Carlo , e Pippino aveàno accordato alla Ghiefà . Allerto Xranzio ne recita la Polla ; ma quefia e una frau.de non molto antica, e il 'primo ritrovatore d'efià fu Teoderico di Niem , che tocco il Setolo XV. innanzi al qual tenr-po niuno ebbe notizia di una cofa di tanta importanza. Può ben’eifere, che Teoderico di Niem , Segretario d’aicuni Papi , fia flato primo ritrovatore di efià bolla ; ma non fu già inventore di quella opinione , mentre fi leggono quéfìe parole nella Cronaca MS. d’Andrea Dandolo, il qual viffe un Secolo prima di quel Teoderico : Leo Oflàvn-s in Concilio^ tradidit Ottoni , ejufque SucceJJòribus Ptalicum Regmim &c. df Lo-nationes faAas a Jufiiniano , Ariperto, Pipino , ¿7 Carolo Ecclefité Roma- na