6 SUPPLICA DEL DUCA DI MODENA ALL’IMFER. alla Cafa d’ Effe, alla quale tanti fuoi Augufìiffimi Predeceffori per lo fpazio di più di trecento cinquanta Anni, ed Ella fìeffa a dì 8. Marzo 1708. anno data Invefììtura efpreffa della Città di Comacchio ? Quo enim, diceva P Arnileo (a) E cele fi a magis exemplum prcelere deffet aliis , eo minus quicqnam recidere deb et, quod fit cum dllerius damno confuncium. Nec enim ratio patìittr 9 nos afièntire illis , qui traddtionem Jubditorurn etiam invitorum, licèi non in alium Dominarli 9 t a m eri in Ecclefiam , fieri pefiè arbitrantur. Quia nec Ecclefia , tamquam cultrioc juflitia? , aliena ¿entra jus ,. in pr&judicium tertiì 9 concupijcere diebet, 0. II. 'Vincere colle ragioni , via propria di decidere tal Controverfia , e necefiità- perciò degli .Avvocati Ejìenfi . LA via dunque propria di decidere le Controverfie di Comaccliio 9 > e- che veramente conviene all’ onore non tanto di V. M. quanto anche della Chiefa Romana , fi è quella di combattere , e di vincere colle ragioni . Da qucfìa non fi è mai ritirata, nè fi ritirerà la M» V. e a quefìo fine ha ella ordinato all1 Eccellentifs. Sig. Marchefe di Prie ino Ambafciadore ordinario in Roma di aflifìere per parte fua a i Congrefii , ne1 quali già fi fon cominciate a ventilare le differenze correnti per Comacchio , e per Ferrara, fecondo la clementiffima Protezione accordata da V. M. Cefi alla Cafa d’ Effe di confentimento ancora del Santiflimo Regnante Pontefice CLEMENTE XI. Ma quanto la medefima Cafa d’ Effe ha motivo di fperar tutto dal polfo delle ragioni, competenti all’ Imperio , e a fe fteffa , in tali difpute , e di confidare nella fedeltà e acutezza de’ Minifìri di V. M. Imperiale , altrettanto ha effa motivo d’ affliggerli in udire i tentativi fatti dalla Corte di Roma , ora per interrompere i fuddetti Congrefii , ora per affogarli con inaudito ed informe precipizio , e finalmente per impedire, che gli Avvocati Efìenfi non v’ intervengano , benché già ammefii, ed ammefli per ordine di V. M.’Cef.. Non s’abbia a male la Corte Romana , fe tanti e tali ripieghi faranno cfttribuiti ad una fola cagione, cioè al fentir'élla fìeffa il debole delle Ragioni proprie e il mal ficuro fondamento delle fue Pretenfioni . Chi crede d’aver la giu-fìizia dal fuo canto , non ricorre a firn ili arti ; e mette la fua gloria nel convincere gli Àvverfarj in forma debita, e nel praticare con effo loro quella mifura d’ equità , eh’ egli bramerebbe ufata verfo di fe dagli altri in fimili contingenze. Sa in fine ognuno effere uniti, e non poterli , nè doverli dividere gl’ interefii del S. R. Imperio e della Cafa d’ Effe , per quello che riguarda Comacchio . E non è ambizione il credere, o temerità l’afferire , che intorno alla notizia delle Con- tro- (a) Hennìng. Armjeitt de jur, Majeflat. L. $. c. i. de Pet. Majejì. in Bona' Priv.. pag. 34®.'