DEL. DOMINIO DI COMACCHIO. ì< vi più 1’ alto Dominio , non che dal poterne più dìfporre in favore altrui. Andrò io a buon conto notando alcune memorie , dalle quali potrà cofìare , che gl’ Imperadori continuarono ad eiTere Padroni , e ad efercitare la loro Sovranità fopra gli Stati medefimi . E primiera^ mente avendo.gl’ Imperadori confermate le Donazioni antiche nella guifa che furono , già intendiamo qual doveiie anche allora eiTere 1’ autorità del Sommo Pontefice , e quella dell’ Imperadore fopra le Cit-tà donate , giacche per 1’ addietro abbiamo chiaramente provato „ quella effere fiata Vicariale , e fubordinata , e quefìa Sovrana, e principale . Secondariamente anche nelle fieffe copie, che refìano ( io non cerco fe in tutto ficure ) fi vede che gl1 Imperadori Ottone I. e Arrigo II. fi riferbano la Sovranità . Salva in ÒMNIBUS PJPESPNTE woftra , Pojìerorumque No/ìrorum . E in ambedue fi legge efprefÌQ il Gius di mandare i Melfi , o fieno i Giudici, a far le caufe, i quali anche emnuatim Nóbir renunciare valeatìt, qualiter finguli Duces, ac Judicee Po* pula juftitiam furiant . Ora dico di più , che gl’ Imperadori feguirono nondimeno a disporre delle Città dell’ Efareato , come di cofa loro propria , e vi efer-citarono una particolar Signoria—(a) . Davanti ad Ottone ì. dell1 Anno 970. fi tiene in Ferrara un’ affemblea di Vefcovi , e di Signori italiani ; ed Eccicone fuo Meffo decide alcune liti di beni temporali , pretefi dal Contado di Ferrara , in favore dell’ Arcivefcovo di Ravenna . Nell’ Anno 972. il fuddetto Arcivefcovo con altri Vefcovi, Duchi, e Conti, per una lite d’ altri beni tiene una grande affemblea a Marmaglia , ove fono accennate le Invefìiture d’ Ottone , e fi dice , che la Chiefa di Parma avea reclamato ante p r&feriti am Imperatorie . Intorno pofeia ad Ottone IL fi ha da offervare , eh1 egli foggiornava fpeffo in Ravenna , come in Città fua , e Città , clic era Dote , per quanto fcrive il Rofft , dell Intperadrice .Adelaide fua Madre . Che grande autorità poi efercitalfe in Roma fieifa Ottone L fuo padre , è noto dalle Storie . E il Sigonio (A) attefta , che in quel tempo Ponttfex Romani* Ravennamque, & ditiones reliquas tenebat aucloritate magie, quam Imp&* rio, quod Civitates Pontificent, ut Reipublicce Principem , Regem vero , ut fummum DOMINUM intuerentur , atque ei tributa , ebfequiaque pra~ berent. Veggafi anche Ottone Frifingefe nel lib. 2. de Gefì. Frider. L Imp. Cap. 12. ff. XVII. E fame a un Diploma di Gregorio V. dell9 Anno 997. MA , dice cotefto Scrittore , che Gregorio V. dell’ Anno 997. conferì la Signoria di Comacchio a Gerberto Arcivefcovo di Raven- Bdvmo VI. Gora. I. D na (&) Rubens HiJT. Rav. Lib. K (b) De Regno hai. Lib. RIL