DEDICA DELL' AUTORE Al Serenifsìmo FRANCESCO IH. DUCA DI MODENA ec. Moderiti 24. Aprile 1740. QUand’anche io averti dedicata a V. A. S. qualche altra mia letteraria fatica, tale è il tenore del generofo animo fuo, che avrei ben potuto fperarne un graziofo gradimento. Ma ninna ho io creduto, che tanto abbia di diritto a fperar tale fortuna, ed infieme pù fi convenga al nobil genio fuo, e al fornirlo offequio mio, quanto laprefente, in cui fi veggono efpofte le Vite, e le azioni più memorabili de'luci gloriofi Antenati. Certo chiunque leggerà quelle carte , non potrà fenza compiacimento ófiervare l’adunanza di tanti pregi, che concorrono nella Sereniflìma Caia d’ Elle. Cafa , che. fe fi riguarda 1’ Antichità e Nobiltà , fi lafcia quali tutte 1’.altre addietro ; Cafa, che fenza bifogno di favole fi fruova illuftre e dominante anche ne* più remoti Secoli ; Cafa, che ha (ìgnoreggiato , e tuttavia ad onta delle umane vicende conferva il iufìro Principefco nòti felaménte in Italia, ma anche in Germania, ed Inghilterra . Cafa in fine ( il che fempre con piacere io rammento ) che ha polla in tutti i tempi la fua gloria nell’abbondare rii Virtù, e nel guardarli da quelle opere, che fono abbominevoli in tutti, ma fpeziaimenre eclif-iano la fama de’ Principi . Così non foife, nelle Storie de’Secoli fteflì Chriftiani, non che de’Pagani ,s’incontrano de i brutti ritratti di Dominanti, alcuni crudeli e fanguinarj, e che per regnare non perdonarono nè pure alle vite de’proprj Fratelli o Congiunti ; altri calpeilatori, o venditori della Giuftizia ; affaflìni dell’Onore altrui, nè curanti del proprio; o pur mancatori di fede , ogni qual volta loro tornava il conto; ed altri oppreffori della libertà e de i diritti della gente , ovvero fangttifughe non mai fazie delle Portanze de’Sudditi . La Dio mercè , non mancò mai agli Ertenfi il gloriofo nomedi buòni Principi, perchè la Pietà, la Clemenza, ernia cura Angolare del Giulio, furono fempre le loro Virtù favorite ; e perchè non aggravarono mai di foverchio i lor Popoli , anzi in vece di rapire fotto varj pretefti le facoltà d’erti, fovenre fi diftinfero nella Liberalità con donar loro le proprie. In oltre Àudio perpetuo di quelli nobiliffìmi Principi fempre mai fu quello di farfi colla foavità del giogo più torto amare, che temere, e di mettere in opera il gran fegreto di far del bene a fe il erti con farne a i lor Popoli, promovendo l’Arti, l’Agricoltura, le Lettere, là Mercatura, e il Commerzio : giacché ricco è bene quel Principe, il quale ricchi ha i fuoi Sudditi. Che maraviglia è dunque, fe in tanti Secoli, che domina la Cafa ¿’Erte, foreftiere ne’loro Stati fempre fono Paté le congiure , le fedizioni, le ribellioni , ed altri difordini e fccncerti, che pur sì frequenti furono in altre contrade? A’Principi amorevoli, giufti , e benefìci, è defti-nato dalla Natura 1’ impareggiabil premio d’ eifere amati , e per così dire adorati dai loro Popoli. Ora, Sereniflìmo Signore, fe ad altri farà dilettevole l’aver fotto gli occhi le infigni Virtù ed imprefe de’ gloriofi Ertenfi : quanto più ne potrà godere 1’ Altezza Voftra Serenirtìma , qualora ie permettano le gravi fue occupazioni di Pendere talvolta il guardo a quelle mie Carte, riflettendo, che ficcome è in lei trasfufo il fangue, così anche fopra di lei ridonda la gloria , che hanno acquirtato i fuoi Maggiori ? E viè più potrà compiacertene al difcernere , che per le orme rteffe anch’ella camminando, non ha men d’erti premura di fare, e che fia fatta da’Miniftri fuoi la Giuftizia, bafe principale del buon Governo Civile; e al riconofcere fe. fterta nemica dell’ alterigia, e del fallo ; aliena dalla crudeltà ed afprezza; e piena d’Affabilità e di Clemenza, coti una perenne inclinazione a far delle grazie, e con un vivo defiderio d’ uguagliar nell’òpere belle il merito di chi più gloriofamente l’ha preceduta nella reggenza di quelli Popoli. Ecco pertanto i motivi , per gli quali nel prefentarle quello tributo dell’,obbligata mia fomma ed aftettuofa divozione verfo la fua Serenirtìma Cafa, e fpezialtnente verfo la fua riverita perfona, che con tanta bontà ha riguardalo Tèmpre quello antico e fedele fuo Servo, io mi fo a fperare , che non le abbia da effere fe non cara la Storia, che ora le prefento. E querta feti viene accompagnata- dalla mie preghiere a Dio, acciocché fopra di V. A. S. , e fopra la fua feliqtrtìma Prole moltiplichi la rugiada delle fue benedizioni; e faccia lei crefcere nell’amore e nell’ efercizio delle più belle Virtù. Sopra tutto defidefo io, ch’ella giunga un dì a confeguire, non dalla vana adu. lazione, ma dalla verità de’fuoi meriti, il più bel Titolo, che porta convenire alla Dignità de’ Principi, cioè quello di Padre della Patria , di Padre de’ faoi Popoli. Quello Titolo ricercavano, di quello più che d’altro fi gloriavano gli antichi buoni Imperadori. Dio fteffo coll’ iftiruire i Principi, ha intefo di provvedere i Popoli di amorevoli lor Tutori, e per così dire di Padri di Famiglia., ufi zio de’ quali fia il procurar per quanto fi pub la felicità de’Sudditi, come fi fa de’propri Figliuoli, e di anteporre occorrendo il ben d’erti al proprio. Quanto a me, con fiderato l’alto intendimento dell’A. V. S. e la fua amorevole e lettiffìma volontà, fpero che così farà . Con che ìe fo profonda riverenza , e parto a proiettarmi con ogni maggiore ortequta ec. IN- \‘