Con r i n u a z, diiia P. II. C. XIV. 63 1* aveva egli compofia , quantunque non la corife gnaffe poi alle Rampe fe non 1’ Anno 5549. In fronte a quel Libro vi ha una Lettera dì Gian-Antonio Flaminio celebre Letterato , e pubblico Lettor di Bologna, che comincia così: Legi tuam , mi Leander, Italiani, opus Jane laloriofum , ac multiplici rerum coprii rione refertum ile. Quid viroruttt mulritudinent excellentium , qui vel armorum virtute ( fra quali Alfon-fo I. Duca di Ferrava) vel literts , vel qui aliis fiter e dotibus infignes „ referam : quorum menioriam celebrati io renovas, & ex illuftribus etiam il-lufiriores officir ? Quella Lettera'fu lenita Kalendis Maji. MDXXXVTL e per confeguente P Opera dell’Alberti dovette effere feriti a nel 1536. cioè in tempo viciniffimo al Matrimonio di D. Laura , effendo morto il Duca Alfonfo I. nel dì 31. di Ottobre del 1534. Or veggano i Saggi , fe all’ afferzion dell’ Alberti manchi una dramma di vigore . Dallas medefima Officina nafee poi quefì’ altra oppofizione , cioè : Che la tefri-tnonianza dell' Alberti fi Convìnce d'infuffiftenza Apertiffima . E perchè “? Perche mofira di fuppor-re , che Laura fio, fiata Sempre Moglie di Alfonfo dopo la morte di Lucrezia accaduta nel 1519. Altro non dice 1’Alberti , fe non che dopo la morte di Lucrezia , Alfonfo piglio per Moglie Laura -, ma nulla egli dice del tempo precifo , in cui feguì un tal® Sposalizio . E pure ci comàcnz tsààxe convinta di infuffiftenza Apertiffima la tefìimonianza di quello Autore . Che razza mai di Avvocati fon cotefti l Finalmente ci vien dicendo 1’ Avvocato Camerale : Io pero credo , che efiendo l' Alberti perfona Religiofa » fi perfuctdefse di peccare contro alla Modefiia , affermando, che Laura , allora vìvente fofse fiata Concubina dì Alfonfo I. e che pere!» dicefie eh' ella fu Moglie ( cioè commetter? e un vero Peccato contra la verità per guardarli da un vano Scrupolo di Mvàclfox} fe pure non vi furono altri fini . Orsù, quefte ultime parole fonimi nifi vano bene a me il diritto di poter dire , ehe quello Avvocato doveva una volta cavarci di (tento , e farci fapere fuori de i denti : Che qualunque Storico , Autore, e Teftimonio 9 che fi alleghi contra le pretenfioni della Camera di Roma , ha da effere un Menzogniere , un Tritìo , o pure uno Sciocco . Se noi dico- no , vogliono nondimeno dirlo le fue parole . Ora da un Tribunale fconvolto da Muffirne tanto pellegrine mi appello io qui al Tribunale di tutti i Saggi , con ricordar loro , che Leandro Alberti e per la fua dottrina, e per la integrità de i Tuoi cofìumi, e pel fuo Re-ligiofo iftituto, è perfonaggio fuperiore alle taccic o di fìoltizia , o di malvagità , che gli vengono qui arbitrariamente , e troppo ingiufìa-mente , addoffate dalla cieca Paffione altrui . Per tale il riconobbe anche Roma, che il creò Inqnifitor Generale di Bologna fua Patria; e l’autorità fua Tempre fu , ed è tuttavia in credito preffo i Letterati , e preffo la fìefsa Ruota Romana . Aggiungali , che P Opera fua appena fìampata eorfe per le mani di tutti , e fu necefsario dipoi il farne altre edizioni . Ma egli non ritrattò mai ciò , che egli a-vea fcritto con paiole tanto chiare di Laura ; nè i Revifori, nè gli Efl.cn-