% Delle Antichità’ Estensi quello e ricevuta la benedizione del Vefcovo, fe ne tornò il Duca Il Palazzo, Salutato da maggiori incettanti acclaraazl°n?del Ubicare in favore del quale fece da lì a poco a luon di trombe pubblicare la remiffion di varj pubblici aggravi. Quindi fenza perdere tempo fpedì a Roma il Conte Girolamo Cigliali, per dar parte al fommo Pontefice Clemente Vili, della morte del Duca Akonfo , e dell elezione fua , con ordinargli di foddisfare al medefimo ufizio col Gran Duca Ferdinando nel paffare per Firenze. All’ Imperadore invio Giulio Tliieni Marcheie di Scandiano ; al Re di Spagna il Conte Gherardo Rangone -, al Re di Francia il Conte Luigi Montecuccoh ; alla Repubblica di Venezia il Conte Claudio Rangone Vefcovo di Reggio; a quella di Genova -il Conte Giulio Sacrati ; al Duca d’ Urbino il Conte Alfonfo Fontanelli ; al Duca di Savoia il Conte .Cefare Eiìeil-i'e Talloni ; e al Duca di Parma e al Governatore di Milano il . Conte Guid’ Ubaldo Bonarelli , Poeta infigne , che forfè era flato tirato a Ferrara dal Duca Alfonfo , fautore di tutti i Letterati , o pure da D. Cefare , giacche pattato poi a Modena etto Duca Cefare , io truovo il Bonarelli fuddetto fuo Maftro di Camera . Era perfuafiffimo il Duca Cefare col fuo Configli© d’ effere giu-fìiifimo Succeffore d’ Alfonfo IL per le ragioni, che addurrò fra poco ; ma non ne era già perfuafa la Corte di Roma . Però appena fa udita colà la morte del Duca , e l’incoronazione deli’ altro , che il Pontefice Clemente Vili, pieno di fdegno nel dì 4. di Novembre d1 etto ^Anno 1597. fece pubblicare un terribil Monitorio di Scomunica contra del novello Duca , citandolo a dedurre fra quindici giorni prof-fimi le fue ragioni in Roma . Fu affilio in Roma elio Monitorio , e mandato a Cervia e a Bologna, acciocché ivi fi pubblicafle, ficco me fu fatto . Pofcia immediatamente comandò il Papa , che fi allefìiffero ed umifero tutte le milizie dello Stato Ecclefiaftico, e comineiaflero a sfilare vedo Ferrara . All’ avvifo di quelle fpirituali e temporali minacele il Duca Cefare fpedì dietro al Giglioli un’ordine, che pervenuto a Roma'fupplicatte la Santità Sua di volere accordargli una proroga del termine , affinché potette produrre le lue ragioni ; perciocché egli defiderava d’ effere Figliuolo ubbidiente e°divoto della Chiefa, c iperava di far conofcere , che nulla s’ era da lui operato contra la giuftizia , nè contra il rifpetto dovuto alla Santa Sede . Ma lopra tutto inculcò all’ Ambafciatore fuddetto di pregare il Papa, che fi degnaffe di permettere , che la controverfia di Ferrara foffe rimetta allaconofccnza di qualche Principe confidente da deputarli da Sua Santità , fi quale fenza paffione la decideffe , offerendoli di nonmiST-r’ C, dl ubbidir£. a ttnanto f^e da sì fatto Giudice tà X ¿ntCCV :aaitqaa nianiera farebbe più conveniente ali’equi-Arrivò ¡1 GiX? dÓ"a Scdet Apoftolica, e alle coufuetudini Frodali. «li"odi«« di P» d<’P° ’ udienza del Papa , come Ambafeiaore non del Duca , ma della Città