M o x a t e C a p. XL. 34? a guadagno i propri pafli ; e il fuo amore od offéquio . Ceflerebbe quella afliduità e corrifpondenza, ove ceflafìè la fperanza di riportarne del profitto. E quelle sì belle parole, e proferte di fervig), di patrocinio, e prò-mcffe di grandi guadagni per certuni, dove tendono? mettete la man fella boria, che a quella fi mira. Si è dietro a volere un prefitto, unafigurtà, o pur fi afpettano de i regali, o fi tendono reti a qualche cofa anche di più preziofa. Così non entrerebbono mai alcuni in una facra Confraternita, non prenderebbeno la cura di Luoghi pii, non affumerebbono una Tutela , fé almeno un granellino veduto in lontananza di qualche terrena ri-compenfa non li ficeffe rifolvere . Conviene eziandio difàtninare ì Configli e le perfuafioni altrui, perciocché , per poco d’intereffe che v’ abbia chi configlia , egli penderà da quella parte, e non da altra. Potrebbe anco darli, che il ttrnto Zelo pio d’ alcuni proveniffe da quefio medefimo ptin-cipio , allorché propongono certe Divozioni, o Tefìamenti , che pofibno ridondare irr lor prò: giacché è sì ardito 1’ Intereffe, che ofa entrare talvolta nel Santuario fieffo. Tanto è ciò vero,che infin coloro, i quali han fatta profeffione di firetta Povertà , fe non s’ hanno ben 1’ occhio , troveran varie firade d’ abbracciare in fatti quello, che colia voce detefiano. Lungo poi farebbe il voler’ additare, in quante altre determinazioni ed azioni tanto de’ Grandi, quanto de’ Piccioli, poffia penetrare lo fcaltro faccendiere dell’ I-nterefiè, con guafìarne la purità, o diminuirne la bellezza : giugnendo ’alcuni a non far mai benefizi , o fervig) , fe non per Intereffe, a non effere Liberali, e a non impiegar mai la loro Dottrina , i lor pafli , le lor parole, fe non per intereffe ; o a non far mai Limofina , perché troppo iene rifentirebbe il loro Intereffe . Bi-fogna in fine badare, che ogni pofìo cd impiego, anche più eccelfo e luminofo, può divenire una bottega d’InterelTe, non meno di quel che fia la più vii profeffione degli Artefici plebei . Saran differenti pel guadagno cotali botteghe ; ma il cuore e 1’ anfietà farà la medefima. Ora io dico , aver bene i nofiri Maggiori riconofciuto due Virtù , fpettanti alla Roba , e i loro efìremi viziofi , cioè la Liberalità , pofìa fra 1’ Avarizia e la Prodigalità, , e la 'Magnificenza , i cui efìremi fono la Spilorcerìa, e un’altro oppofìo-Vizio, che poco propriamente alcuni appellano Suntuofità , ed io non fo appellare , fe non Troppa o fia cccejfiva Magnificenza . Ma a quefìe Virtù volentieri ne aggiugnerei una dipinta , che fi chiatti affé Dìfinterejjè , il cui Vizio contrario è appunto 1’ Iute-refiè , di cui abbiam ragionato finora . Per Interefie intendo io un certo attaccamento alla Roba con anfietà di far guadagno anche dove non conviene . Avrà licenza chi vuole di chiamarlo il primo grado dell’ Avarizia , ma non è già 1’ Avarizia fieflfa. Queft’ ultimo deforme Vizio riguarda fpezialmente una {moderata cura di confervare; cioè di non ifpendere il Danaro; laddove f Intereffe abbraccia tutto ciò che è Roba: e fi può bene fpeffo effere dato all’ Intereffe, fenza eflère Avaro, e fi può effere Interef-fato per un verfo , e Prodigo nello fteffb tempo per altro . Cioè , può ta- X X 2 luco