w-,- I, D E tu A F I t 0 S 0 f ìA a i decreti e voleri di Dio , fovente in vece di fottifizzar tanto per brama o profunzione d’intendere ciò , che a Menti create e troppo difficile , e dirò meglio impoffibile d’intendere , ripotaflimo nelle Ternate parole dell’ Apoflolo delle Genti, che più di noi ne Capeva,e gridando umilmente con lui (a): Oh altezza, eh profondità , oh abtfi'o delle ricchezze. della Sapienza e Scienza di Dio ! quanto mai fino incomprenfi,bili i fiudizj, e de* (feti di lui, quanto intperfcrutabili le vie tenute da ìui{ Più ne fanno gli Umili in quefie materie , che tutti i Filofofi e Sapienti del Mondo . Per altro, così non Coffe : quanto più accuratamente e lungamente fi ftadia il Mondo , tanto più vi fi fcuopve del Ridicolo , della Vanità, degli fconcerti, degli errori,delle favole, delle tenebre, e de i Vizj: tutti per ca~ gione dell’ignoranza, o dell’intendimento limitato delle noftre Menti, ovvero effetti dell’ Ambizione, dell’ Intereffe , della Luffuria, e di tante altre mnumerabili debolezze, e Paffioni dell’Uomo; di modo che vieti voglia talora anche al Saggio di gridare , che quefto è un brutto e cattivo Mondo . In fatti uno de i Re più faggi non fenza ragione proruppe in quel farnofo Epifonema Vanitat Vanitaitiin , & omnia Vanitas . Ma dee ai-fervarfi del pari , non venir già da Dio i difordini Morali del Mondo, ma sì bene dall’ Uomo fìeffo, al quale ha voluto effo Dio concedere il Libero Arbitrio , cioè lapotefià di operare il Bene e Male, acciocché attenendoli all’uno, e fchivando l’altro, s’apriffe la via ad un Premio inefplicabile alni preparato in Cielo : con- dargli nello ftefib tempo la Ragione, e la Cofcien-za,cioè un lume,che lo feorgeffe al Bene, e non al Male, per tacere d'altri ajuti fopranat arali, che la beneficenza fua fparge Copra tutti, e principalmente Copra chi adora e Ceguita le Cue fante Leggi.Colpa è dell’Uomo,che non vuole ufar bene di fua Ragione ; che ama di governarli co’ foli fuoi ftraboccfaevoli Appetiti ; e in vece di Sudiate e praticare le maniere e gl' infegnamenti del Retto Vivere, s’abbandona alle fuc Paffioni -, e in vece della Ragione adopera per configliéri i fuoi Senfi . Secondariamente quantunque fia vero che in qualfivogiia paefe, ed anche ne’più coltivati da i Banditori del divino Vangelo , abbonda la razza de’Cattivi e Viziofi : pure chi vi farà mente , troverà , non eilcre mai tanta 1’ abbondanza de*Maivaggi,chc non fia loro da contraporre una quafi eguale abbondanza di Buoni. Siccome Dio per una delle Leggi invariabili della fua Provvidenza ha Tempre fatto , e Tempre fa nafccrc in ogni popolazione un pref-fo a poco egual numero di Mafcbi, e di Fémmine; e lo fìeffo fa per Faltre fpecie de’ viventi : fegreto , che può parere a noi miracolofo, perchè no* trebbono in un’ anno rìafcere foli Mafcbi , o folo Femmine -, e pure per confervare le Specie dè’Viventi l’Autore fapientiffimo della Natura ha talmente difpofìi i Corpi, che ne nafee dell’ uno e dell’altro genere ciò eoe occorre al loro bifogno : così ha anche voluto , e vuole , che quaggiù Tempre fi mantenga lafchiatta de’ Buoni , e in numero tale da uguagliar quella de i Cattivi. Per Buoni intèndo io gli Uomini di buona ìnclinqzio- ■(a) Rem. XI, 13. ne 'ì>