delle Nazioni. Lib. I. Cap. I. H prima vida . La perdita del tempo è minore quando non il è obbligato a cangiar luogo : ma non laida di effer anche coniìdetevole. Quando un uomo laida un’ opera per prenderne un’ altra ? ordinariamente non ò molto attiva , nè ha molta premura- Non idà tutto intenta a quel-chè fa, ci attende con pigrizia , e palla una parte del tempo piuttoftò a traftuHarfi, che a faticare. Di qua nafee, che i lavoratori della campagna , i quali fon coftretti a cangiar lavoro ? e dr omenti ogni m<?zz’ ora , e padano a veiir ri diverfe operazioni manuali quali tutti i giorni «iella loro vita, prendono neceifariamente un’abitudine all’indolenza, ed all’ozio , che li rende Incapaci di qualunque applicazione vigorofa an* che nelle occafioni più urgenti . Ognun ved§ quanta diminuzione vi lia nella quantità del la-, ^oro per quella fola cagione , iudipendentemen^ te d^a mancanza di deprezza. In terzo luogo o.on vi è perfetta % che non Comprenda quanto 1’ ufo delle machine renda più breve , e più facile il lavoro % E’ inutile ar-r recarne gli efempj, OlTerverò foltanto , che la loro invenzione fembra, che in origine fi debba alla dividane del travaglio. L’ attenzione interar mente ti volt a verfo, un folo oggetto, feopre più predo i mezzi corti, o facili per pervenirci , che fe quella fufie data divifa . Ora una confc-guenza della diviiione del travaglio li è il lillare naturalmente l’attenzione di ogni individuo fo-pra un folo oggetto molto, femplice . Perciò bisogna naturalmente fperare, che fra quelli , i quali fono impiegati in un ramo particolare del travaglio vi faranno alcuni , che andranno in ferca di varj mezzi per efeguire il loro lavoro, con