)( í* )( efsendogli pafsata la collera , foffriva in pace g!i affronti fattigli, e non penfava più a pre-valerfi del diritto naturale della difeia , ne a mordere il fafso che gli era flato fcagliatoad-dofso. Solamente diceva con un grand’ Uomo: Vlus candidi rerum aftimatores addìderunt lau-dis , quam detraxerunt invidi ; & qui intsr minima reputavi finifira quorumdam de me j«-dicia, maximam Carnee accejfionem femper afli-mavi Bonorum applaufum, mentem retti veri-que confciam, ¿3* publicam, cui me emancipavi , utilitatem. Veramente quella ci pare un’ eroica moderazion Filofofica , o per dir me-* glio Criiliana davvero. Ma la lua partita relia Tempre accelà in credito , e non fi falde-rà mai intieramente, perche efsendo cofetanto delicate V onoratezza e la fama , ogni poco di fiato le appanna. II reo Eftratto ha fatto tutto il polfibile per denigrare la di lui fama , e farlo comparire un ignorantiifimo fciagurato . Gli fcritti Icandaloli e maledici , fono letti più avidamente, e più generalmente che gli altri , e laicìano fempre nell’ animo de’ Lettori qualche cattiva impresone ? che non fi leva più , neppure collo fcalpel-» lo. Faccia quanto fa e puole colui eh’ è fiato offefo ; pubblichi Manifelti , e Apologie ; faccia coftare a quattro e quattr’ otto la fua innocenza, non gli riufeirà mai di ricuperare tutta