)( 7 )( tenere allora le riia, e gli ponemmo iòtt’ occhio F Eftratto che n’era llato pubblicato . il buon Padre dopo lettolo , ci difle tutto collera , ctequello,EJìratto era un Libèllo Infamatorio, ordito di malignità, ripieno di Falli-tà, impepato di veleno viperino , condito !di quintefienza di malacreanza, e crollato d’ingiurie e facezie plebee , e d’improperi da birbanti . Soggiunte che eravamo obbligati1 in onore a dihngannare il Pubblico, facendo editare, che il diitefo di quelli Libelli Infamatori contro dei T. , non è veramente parto nè dì Milane!!, nè di Veneziani, i quali non Fono capaci di limili ribalderie ; ma è tutto quanto opera di certe Figuracce non Fiorentine, ma che ora fi fono ricovrate in Firenze , Credeva che unicamente follerò biafime-voli i Signori Giornalijìi d'Tverdon, Cenfori della povera Letteratura Europea, per aver a chius’occhi dalle mani d’un Religioio, di cui ci difle il nome, ricevuto l’Eilratto, e fiam-patolo , fenza aver avuto F avvedutezza di prima leggerlo, e tanto garbo, e tanta creanza di ricu Farlo, Fenon altro per non impeilare I lor Fogli periodici con limili fozzure da fare ilomacar i loro Afide iati , e chiunque vi fìflerà ibpra l’occhio . Ci mede poi al fatto circa ai motivi, per li quali è fiata diftefa in Firenze quella infame Satira contra il T., e A 4 ci