V X 45 )( to repilogo della fentenza dichiara falfe ed inconcludenti tutte quante le oflervazioni da lui fatte, e perciò le calia, irrita, ed annulla, e ordina, comanda, e vuole che il confi* derino come Te mai non foffero fiate fatte , ed immediatamente fiano rale tutte quante dai Libro coll’ Acqua Forte per mano dì Scannabue degnifsimo Maeftro di Giuftizia di Parnaib ; folamente per pura clemenza , permette che il T, goda il privilegio di Erafi-firato, cioè di concludere a rovefcio di quel che argomenta, egli dà un pezzo d’Afino in commenda. Si può contentare nientedimeno il T. , fe gli è permeilo di argomentare come JEraliftrato , il quale nella maggior parte delle cofe ha argomentato molto meglio, ed ha veduto più chiaro del fuo perfecutore Galeno, phe aveva il vizio di battere, e firapazzare a torto tutti quelli che gli potevano dar ombra. $e il $ig. Critico fettuagenario , che fi appiglia Tempre ai peggio, imita Galeno nel cattivo , noi defideriamo che il T. imiti Era-fiftrato almeno nella fortuna Medica , e trovi qualche nuovo Tolomeo, che gli faccia mutare fiato, e diventar un Afino d’Oro, fe non altro per far fare al fettuagenario gli occhi più grofsi di quelli che ha. v Finalmente il medefimo epilogo limita , e dichiara a che cof* , e per chi fervirà il Li- òro