77 Vi è ragion di temere, che i nomi de’ poveri e ricchi abbian cagionata una illusione , e fatto perder di mira il fine, che dovea regolare il riparti mento delle terre demaniali . Se il fine e V utile pubblico, le terre non si devono concedere, se non a coloro che possano e vogliano meglio coltivarle . Con quelle condizioni o poveri o ricchi si ammettano ; e senza di esse tutti si escludano ♦ Dove si deve tener fisso lo sguardo alla cosa , si travede quando si volge alle persone. Ballerà , che in dati eguali abbiano i poveri o non poflidenti la preferenza (j). Per ischivare l’arbitrio, e l’errore nel rinvenire (:) Lo (tato de’ poveri contadini merita di esser considerato e protetto j ma la proprietà non è il mezzo più sicuro . Ella non è necessaria al loro ben essere , e può riuscire utile come nociva . Il desiderio , che tutti siano proprietari è così ben fondato che quello s Che tutti gli Operai dell’ arti siano capi, ed intraprendenti. Se tali desideri potessero esser soddisfatti, 1’ arti e 1’ agricoltura svanirebbero, o ritornerebbero al primitivo rozzo fiato in cui nacquero . Si vuole, che i poveri contadini menino una vita più agiata i Diasi a' proprietari danaro , o altii mezzi per poter ben coltivare. Siano esenti da qualunque pubblico peso e protetti in tutt’ i loro affari . Ecco le providenze dì piu sicura riuscita per ottenere il ben essere de’ contadini fiel loro fiato.