càp. ir. 173 tirile e barbe, e germogli. In quanto alla lunghezza, il facciano di un palmo , o poco più , col dovuto riguardo di legarli vicino a qualche occhietto , o rilevatura di buccia , di dove Comincia più facilmente la pullulazione delle barbe, e de* germogli. Io dico che fi leghino,e non li taglino , perchè la Tega facilità moltiflimo il lavoro, e manda male meno ramo, nc fi corre pericolo di lacerare , nc allentare la buccia: non eifendo altrimenti vero, che la fcga abbruci, o avveleni il legname, come da molti viene falfamente alfe-rito. Segati adunque che lìeno i rami, come fopra fi è detto, fi coprano le fega-tureda ambe le parti con meilura da In-nefti, perchè reftino difefi dalla troppa^ umidità , e (fieno più fani. Così impeciati s’ imbrattino da per tutto col folito iterco vaccino , o pecorino sfatto con acqua, acciocché abbraccino , e s’ unifcano più facilmente colla terra , facendofela fubito propria. Indili mettano nelle buche dritti* per il loro verfo naturale, ricalzandoli bene all’ intorno col concime ; e colla terra rfiefcolara , fenza pigiarla neppure colle mani,'per non levarli la fua attività; coprendoli £ èli remi tà con terra fottile, c-teirofa per l’altezza di tre , o quattro dita,