s a un sovrano ingegno vi vorrebbe un altro Frisi, e la natura non è prodiga. Un sommo Geometra, il di cui nome è sacro nei fasti dell’amicizia e del sapere5 quei che postosi di mezzo fra Newton e gli uomini fu il primo a sgombrare la sacra nebbia, e svelarne gli arcani 3 quei che difese Frisi pochi anni sono* ha pronunziato già in Roma l’elogio funebre di lui . Io mi limiterò a scrivere le memorie della vita e degli studj suoi 5 io che ebbi la sorte d’essergli amico, e di trovare costantemente in quel grand’uomo un amico 3 io che da impensata sciagura vedo troncata quella dolce unione , che sino dagli anni della rimota nostra fanciullezza formata, andò senza interrompimento alcuno crescendo sempre, e confermandosi per reciproci ufficj ed uniformità di sentimenti , cerco di rendergli il tributo che posso3 e sia questo degno di lui, degno di que’ puri ed onesti sentimenti che ci unirono, la Verità. Descrivendolo quale egli era, farò il ritratto d’un uomo rispettabile, caro adii lo conobbe intimamente 3 che beneficò moltissimi, non fece male ad alcuno3 fabbricò tutta da se medesimo la sua gloria 3 buon figlio, buon fratello, buon amico, buon cittadino 3 che fece un lodevole uso del suo talento , del credito suo , del suo denaro 3 un uomo in somma che sarà un modello d’un’ anima fermamente virtuosa. Egli ne’ suoi volumi ha mostrato sin dove s’innalzasse nell’Astronomia, nella Meccanica, nel Calcolo3 io scriverò quello, ch’ei non poteva scrivere} mostrerò come egli vivesse, quai fossero i suoi costumi e le sue azioni } e il mio lavoro senza pompa veruna d’eloquenza non sarà, lo spero, indifferente agli uomini di studio, ai quali faccio conoscere un loro illustre collega} nè lo sarà alle anime sensibili,poiché quello che scrivo lo sento.