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       Finirebbe il timore, e lo Tpavento impreffo nell’animo di tutti i trafportatori de’ generi Tulle dubbiezze di non incorrere per mancanza di qualche cerimoniale nella contravvenzione, ed indi nella perdita della merce, e della vettura, fu di cui ila poggiata la di loro Tufliilenza:; come farebbe e. g. Te portandoli da un luogo più lontano delle Provincie in Napoli una Jcelta , o fia aflòrtimento d’agnelli, che non ancora han buttata la prima dentatura, per cafualità Ti trovi uno tra mille , che buttato o perduto aveffe un dente folo nella vifita delle bocche che fi fa Tulle sbarre; baila un den-«te mancante ad arredare tutta la mercanzia in contrabbando per «f appaltatore del grano e mezzo a rotolo-, il quale tran-figge, Ta legge, e preicrive la pena. Ed ecco a quali peno-fe formalità, e Teverita va fottopoila l’innocenza, e chi ci porta da mangiare ( miracolo che non ci lafciano perir di fame ).,
       Non farebbe fottopoflo il cittadino , e Tpecialmente la parte più neceffaria della focietà, qual’è la claife degli agricoltori , e de’ trafportatori delle derrate a tanti ignominioii maltrattamenti , e sfacciate calunnie delle sbatre , dove sdraiata poltrifce l’altra claife fecciofa avida , e temeraria de’ birri, che facendoli arbitra della legge, fotto l’affettato zelo della vrfita non lafcia di fmungere indifpenfabilmente la bor-fa di chi paifa, o che porti, o che non porti roba fogget-ta, ficcome ben fa ognuno, per efferne flato o fpettatore, o paziente vittima/ E fi darebbe la libertà ai commercio,, e nel favore della delia libertà fi aprirebbe il varco ad un’ abbondanza non mai veduta di ogni corrreftibile, unica rido-ratrice della pancia de’ cittadini, e della fantafia della plebe: redando con ciò edinte una volta per Tempre le amare vicende, che fuole cagionare la mancanza de’ viveri.
       Non rederebbe più delufa, e defraudata la buona idea delle nodre sagrofantc Leggi nella mente de’ dranieri prima di metter piede in queda Capitale , dal vederfi circondati, malmenati , e svaligiati da una ciurmaglia di farifei , la quale non vedendo pofar la mano di chi paifa fu quella d’
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