70 Libro Terzo. un giufto foggetta di guerra* fé è accompagnato di fprezzo, e d’oltraggio , può vendicarli giuftamente con Tarmi : come appunto fuccèf. fe a quei di Regio conDionifio di Siracufa* il quale ricercato aven* . do agli fteflt una delie loro donzelle, li riipofero, che per lui non Sic. I xivJ0^’ avevano» quella del carnefice ( a). Ma fe quelli, che dimandano le noftre figlie, nefluna attrattiva hanno per effe, anzi in avverinone delle fteffe fiaao, e poco onefto, e decoroio il loro patentato fi creda , non mi par ragionevole il voler fare debito d’umanità il doverle concedere, col dichiarar quei tali padri per un ideilo principio in obbligazione d’accordarle così a contragenio e di eili padri, e di effe figlie ( i ) - Se /Ìa lecito ri- §, XIV. In fine Grozio foiìiene, che vi ha un’obbligazione per fup- fiutare ad un pofizione (z) , cioè di concedere una certa cofa auno ftraniere, la quale ^ accordatagli fi accorda a tutti gli altri ; poiché, a fuodire, efcludendodalla parteci-altri. pazione di quella tal cofa un certo popolo , gii fi fa una ingiuria ma- ii llb mentre fi tratta come ineguale agli altri (&)• ficchè fe fi ,iz’ concede agli ftranieri in generale di venir alla caccia, alia pefca nel proprio tal popolo*,- lo che per altro non è ve-rifimile. Altri foftengono che motivo fu unicamente d’ un tal rapimento la mancanza di donne , e in conferenza la ne-ceffìtà , che obbligò li Romani a venire alla via di fatto*, mentre avevanogia premette in avanti le preghiere a tutti i vicini popoli, acciò sdegnar non volef-fero di feco loro mifchiare il fangue *, ma gli Ambafciatori fuoi erano dati rimetti carichi d’ingiuriofè parole , e infoienti ; onde qual altro partito lòr rimaneva, fe non fe quello dell’ armi, e della violenza ? Veui Tit. Liv. Lib. I. Cap. IX. Per altro il coftume di rapire lè donne era allora comune, e antichif-iìmo ; fopra tutto tra i Greci "r di modo che qjnefta pattava tra loro per la più jaobil maniera, e (ignorile di contraere matrimonio . Vedi Dion. Alicar. ubi fup. Vedi anche Judi. XXI. 22. Bensì egli è vero, ch’ora di rado può darli , «he uomini non trovino donne, che loro prender vogliano in mariti , quando non fiano fcelìerati, ed infami. fi) Per quanto a ciò che diceva una volta un Tribuno Romano ai Patrizj : itoi defideriamo di contraere matrimonio con le voftre figlie, lo che conceder fi fuole alli vicini, ed agli efteri v onde nulla cerchiamo da voi , fe non che ci trattiate da uomini . Connubium petimus , quodfinìtimis, externifque darifo-let .... «r borninum .... numero fimus . Tit. Liv Lib. IV. Cap. III. e IV. Quello nulla ta alla quiftione, perchè li plebei non erano già fprovifti di donne ; elfi cercavano ciò , per poter andar di pari con li patrizj. Concludiamo che quando ft ha tra loro da potere fciegliere in un conveniente numero di donne , niuna ragione retta di voler andar a prenderne con r armi alla mano fra gli efteri popoli . Per quanto alle leggi civili di certi popoli, che proibirono di maritar« con gli ftranieri, o con certa condizion dr perione , che non è di tal ordine , quette oltre che fuppongono , che ciascuno troverà facilmente in quel tal dato rango il.partito, che li conviene, oltre, ditti, dirette fono o a impedire che certe diftinte famiglie non fi mifchino con altre d’inferiore sfera, o acciò che le donne del paefe con più facilità maritare fi pollano : o in fine per impedire , che le ricchezze del paefe ad altri popoli non trapalino , li quali poi d* invader lo ftato, e il governo tentino . Così appunta Dionifio il giovine avendo fpofata una figlia di Locri , del di lui Regno poco dopo fi fece padrone . Vedi Ariftot. polit. Lib. V. Cap. VII. Fi-nifca anche quefta nota il Tommafio ubi fupra §. 4.5. Neque inhurruni titulum meretur, qni vel cum privato , vel cum integro populo amicitiam matrimonio ne-8ere non vuh. Igitur fola denegai io matrimoni nunquam jujìa belli caufa erit r nifi eidem junfta fuerit contumelia. ( 2 ) Alla quale obbligazione corrifpon-de poi un diritto comune a tutti gli uomini detto , pure per fuppofizione. „