35 E ornai cosa risaputa comunemente , massime dopo le tante disamine , che valenti scrittori ne àn fatte, che il cambio suppone dei crediti in altre piazze, i quali per giro si vendono a chi vi tenesse de’ debiti a soddisfare ; che perciò si alza e si bassa , come interviene di tutti gli altri generi commerciali, a ragione che più o meno si mercano di tali credili : e che la concorrenza de’ compratori suppone quindi la quantità proporzionale de’debiti, eh’ essi anno con l’estero. Si alza allora il cambio di sopra alla pari; ma quest’ altezza , eh« giova ai pochi banchieri , che sono creditori , annunzia il gran numero de’ debitori ; e quindi la passività del commercio, nella quale è caduta la nazione , a cui questi debitori appartengono. All’opposito il cambio basso suppone assai crediti, che pur presuppongono molto smercio, da che 6olo la ricchezza degli stati deriva: ond’ e , che il cambio viene dagli economisti considerato, come il polso del corpo politico, nel quale si debban soltanto cercare i sintomi meno fallaci della di lui salute . A queste idee , che sono oramai il comune linguaggio della pubblica economia, quando più , quando meno direttamente conspirano