ciie puote, nulla debba esser difficile. E perché della forza non si abusasse , aggiugneva altresì, che il miglior pregio dell’ ingegno consista nei facilitare le cose difficili ; e che di falli sia ciò più volte addivenuto di quelle , che prima per impossibili si tenevano (1). Egli era convinto di quella massima di Platone, che Cicerone chiamava divina, di non far cioè violenza alla patria , in quel modo che non dee farsene a’ genitori (2) . Non pretendeva perciò, che si attentasse direttamente e con la forza quel, che poteva e doveva ottenersi indirettamente e con la ragione . E secondo questi principj , che dovrebbero costituire la vera politica degli stati , promette di esporre altresì il metodo di applicare i rimedj da lui proposti , senza che si apportasse danuo al governo, o paura a’privati. Ma per piti imponenti rispetti, egli sospese di rivelarlo infino che lo stesso governo non glielo avesse ordinato (3). 1 (1) Parte ni. c. viti, c scg. (2) Adamo Smith. T/ieoiy qf inorai senti- mcnls • (3) Pati. in. c. viti. pag. i33.