*( ¿3 )* ciò il limite di effrazione debba elTere ad una certa diftanza al diiotto del prezzo che il brama mantener collantemente in uno Stato. Ho fatta già anticipatamente (i) una opposizione al limite che io propongo , rapprefentaiir do che quello era volerli fottomettere volontariamente a vendere per venti lire una derrata che i foreftieri avrebbero forfè pagata venticirujue , fc r effrazione ne folle data permeila a queir ultimo prezzo. Con quello argomento ii potrebbe anche richiedere che il limite li portalle a trenta lire ; ma converrebbe facrificare ad un guadagno di danaro poilìbile i motivi generali di ordine , di ben* edere, di tranquillità? Non fono quelli le migliori difefe della ricchezza in un Paelè qual' è la Francia che richiama i metalli preziolì in tante varie maniere ? Ma affrettiamoci di aggiungere che quello pretefo profitto farebbe veramente illufo-rio ; perchè per riufeire a vender più caro la piccola quantità di grani che il Regno potrebbe a cafo eilarrc , bifognerebbe eiporii ad alzar collantemente in Francia il prezzo del tempo , e del travaglio, e perder così molto vantaggio peJ di-Verfi ollacoli che ii metterebbero al commercio delle manifatture nazionali. Nè quello è tutto , al- lor- (i) Al Capo JII. della Ter za Parte.