i85 desunta dai libri mercantili e doganali sul valore delle imporlazioni ed esportazioni, è si fallace, che si considera come affatto aerea. Tuttavia, quelli che si dilettano an* cora di simili vocaboli debbono riflettere, che il prezzo di un manofatto privilegiato, o il maggior prezzo che il privilegio vi aggiunge , tutte le volte che senza il privilegio non esisterebbe il manofatto, o il suo maggior prezzo, questo prezzo , o maggior prezzo proporzionalmente, entrano in bilancia dalla parte dei passivo e non dellVztfiVo, siccome pagati dall’interno e non dall’estero, il quale senza di ciò, in comune commercio ed in libera concorrenza, o non comprerebbe il manofatto, o non ne pagherebbe il maggior prezzo. Il privilegio industriale e commerciale è dunque sempre e senza contraddizione un vero aggravio pubblico, non approvabile se non nel caso di cui a pag. i5o. Veggansi ancora a questo proposito le pag. 23, 26 e i63. Se vi son paesi di floridissimo commercio dove per altro sono in uso i privilegi, 11 commercio e 1’industria non vi fioriscono punto in grazia de’ privilegi » ma a dispetto de privilegi che non servono che a diminuirne ed a ripartirne male i vantaggi, come osserva e dimostra Smith rispetto all’ Inghilterra , e come si accenna a pag. 3i e 3a. Ciò potrebbe dispensarci dal