J4 Primi T>ìftgni perfcna eruditiflìma iniìeme, e giùdiziofiffima le vere, o verifimili ragioni, per cui talora fiorifcano, crefcano, e fi mantengano, talora manchino, e giacciano a terra tanto le Lettere, quanto gl’ingegni, e il Buon Gulto , ed ora più in uno , che in un’ altro paefe. Quella Libro iliuilrato da un'attenta confiderazione di tutti i Secoli partati, e di tutta l’Moria Letteraria dovrà fervire di uno fpecchio alla Repubblica noftra per andar da qui avafati di mano in mano ofiervando , da che nafceflera i languori, o le cadute , che per avventura poteftèro accadere alle Lettere in Italia, cper tentarne i rimedj. Ora noi c’ immaginiamo* che in quel Libro , dappoiché fi farà favellata delle Guerre, delle invafionr dc’Barbari, delle Tirannie de’ Regnanti, della povertà , e più di tutta dell’Ozio vile, e d’altri fieri nemici delle Lettere; come ancora dell’ Emulazione* del difio della Gloria, o dell’ Onore, debBifo-£tio, del Genio ad imparare, e della Diletta« zione indio, e d’altre cagioni incitanti gli uomini allo iludio delle lettere, fi conchiuderà finalmente che il fiorire, o il non fiorir delle Scienze, e dell’Arti, principalmente dipende dall’ abbondanza , o dalla fcarfità de’ Mecenati* La fperanza del Premio è la nutrice degl’ingegni , e il più poifentc ili molo alle famofie Impreié. Negli onori, ne’publici gradi, nella gloria, nell’ accrefcimento de gli agi della vita , e della fortuna * e in altre cole , può confiftere qdefto Premio, Ma toltane la Gloria» chi meglio de’Mecenati può compartir quelli Premj alla gente Letterata? In mano loro è il fonte delle riconopenfe in tal guifa, che fienai l’i nfiuffo di sì benigni Pianeti non portbno le