( »55 ) aLbian sempre una naturai tendenza verso l’interno mercato , a preferenza dell’ esterno, quando mancano gl’ impieghi locali, e i prodotti indigeni , che ne sono i materiali, e quando la produzione non ad altro è sottoposta, che all’ influenza dell’ esterno traffico (i)? 1 (1) Say nel suo Trattato di Economia politica , ( lib. 2. cap. 8 ) per provare la superiorità de’ profitti del commercio interno sull’ esterno, adduce l’esempio della China , che co’ vantaggi del commercio interno è il più grande impero del mondo, quello la cui rendita è la più considerevolej poiché nudre il piu gran numero di abitanti. Indi soggiunge : senza dubbio al punto, iti cui essa è giuntaguadagnerebbe coll’estendere le sue relazioni al di fuori : ma non è essa per questo un esempio men sorprendente della prosperità}. in cui si può giungere, senza di ciò. Or mi sia permesso di chiedere: converrebbe alla China di non riguardare il suo commercio interno come infinitamente preferibile all’ esterno , e di non custodirselo co’ regolamenti esclusivi ? L’istesso autore dice in altro luogo della stessa opera (lib. i. cap. 17) Le vendite le più profittevoli sono quelle che una nazione si fa a se stessa „ perchè queste non possono aver luogo y se non in quanto vi sono per questa nazione due valori prodotti : il valore che si vende, e quello con il quale sì compra. Come può egli adunque dichiararsi contro i regolamenti proibitivi , di cui parliamo?