( 57 ) mente tra le sue infime classi. Coloro che vendono le derrate si a grosso che a minuto , sono il più delle volte anco i proprietarj de’ fondi circolanti. Questi pur nondimeno appartengono a’ mercadanti propriamente detti, fra i quali ve ne ha di quelli, che han pure le proprietà de’ fondi accumulati. Eran tali parecchi mercadanti di Pisa, di Venezia, di Genova, quando il commercio di queste città tenea il primato sulle relazioni commerciali di Europa. Sono ancor tali al presente tutti que’ mercadanti, i cui fondi copiosi fluir possono verso la costruzione de’ legni di mare, ed il mantenimento de’mercantili equipaggili commercio, che non ad altro equivale, se non alla richiesta nell’alto di essgre soddisfatta, accorrendo rapidamente ove da questa è chiamato , scorre a un tratto da un popolo ad un altro , da una ad un’ altra contrada , trasporta celeramente i prodotti dell’ industria umana da’ luoghi, ove abbondano in quelli, ove mancano, e rende comuni a tutti gli uomini i doni, che la natura accorda a mille climi diversi. Il commercio è inoltre Y aura diffonditrice del gentile tenor di vivere, e della sociale urbanità. Esso ingentilisce i costumi, affina il gusto del bello,