3? Lettera quella, che viene praticata dal Sig. Co: Bettoli nel Friuli. Pare, che amendue parlino foltanto d:l vino Claretto , cosi chiamato per la Tua chiarezza , la quale dipende lolo dalla maniera di fpremere le uve , e d’ imbottar il morto : ,, Non li pigi nei Tino „ (diceva il Davanzali (a)) ma fi ammorti „ con mani, e così vergine s’imbotti. Del rcrto , le la Toicana non è atta a produrre un vino fimile a quello di Borgogna ; ciò punto non prova , che anche il Friuli ne fia incapace / poiché di querto al fine ne abbiamo l’cfperienza. E fe il Sode-rini, ed il Davaniati avellerò avuta dalla To-fcana una prova , come l’abbiamo noi dal Friuli; fono perfuafo , ch’eglino, anziché riputare le loro terre inabili a produrre viti di quella virtù, che fono [dicevan erti] in Francia [io dirò in Borgogna] fe ne iareb-bero gloriati di averle ; nè mai dall* arte fola avrebbero cercata 1’ imitazione de* Franteli. Dirti poc’anzi, che, febbene due , o più paefi licno nello fielfo clima fituati , ed abbiano un fondo della Odia qualità / uguali, univcrlàlmente parlando, debbono eflere ancora i loro prodotti . Tuttavolta convien con- fa) Non fi calchi, o prema nel Tino ; ma fi fprema il morto colle mani.