Prima.
quie effet oblettatio valentium ? quis vittuS , aut cultus corporis , nifi tam multa nobisJxr • tei miniftraffent ? Caiììodoro [ a ] chiamò le Arti decoro delle Città ; e Monfignor Za* ra [ 6] così fcrifle: Veruni cumiArtifex Mercatori fit focius y & affinis, ille nos induit , exornat, nofira omnia fabricat : per la qual cola egli confiderà le Arti di tale importanza, che dà eccitamento a* Principi che n’abbiano una cura fpeciale : Circa -Artifices fol-Hcitus fit Princeps, ut omnia eorum opera fu- \
co, & fraude careant , ut fint perfetta , & Mercatores ad emendum invitent , & non ob falfitatem ad deferendum curri gravi Principis ctiam damno repellant . Conftituat Princeps hac de caufa ftngulis Jirtibus fingulos Prafe-ttos, quorum cura fit, ut opera fecundum bottata fidem perficiantur.
   Benché fembri 3 che i Romani non avef-fero altri penfieri che di conquifte , ebbero effi, delle confiderazioni anche per le Arti . Sgravarono il minuto popolo [<r] da tutte le impohzioni, dichiarando il Senato, che ipo* veri avrebbero pagato un tributo baftevole alla Repubblica , fe aveffero nutriti i loro figliuoli , coniìderando effer quelli le vere
                       B 4 ris-
    ia) Libr. XIII. Var.
    ( b ) Sett. Mem. XVI. pag. 348. t c ) Liv. Dee. fi. Lib. IL Cap. 9,