«ji Lettera ^ eifó, e la noftra obbligazione di fadditi ^ foffriffero, ch’egli foife povero allor che noi foffìmo ricchi. ^ Bifogna anco fopra queil’ArticOlo elfen-M zialè del rilìabilimento delle noftre mani* „ fatture non lalciarfi difanimare dai ragio-„ hamemi di genti timide^ che dicono con-„ timlamente, non elfervi in Ifpagna tanta gente che baili a render compiuto quell* aiFarc* Si dimoftreìrà, che con quella gen-,, te che noi oggidì abbiamo^ e con quella, „ che lo Hello commercio attrae , ve n’ ha „ quanto balla per efegùire i progetti prò-,, prj a rialiare quella Monarchia dal (uO „ abbaiamento k “ Non v’è colà più facile. Prova di quello fono le manifatture introdotte dai fabbricatoli intraprendenti -, che hanno attirate le pri-me popolazioni in Olanda, e confavate quelle dèi Genovefato, le quali, fe avellerò veduto mancàr ad elle l’impiego , avrebbero difettato , e palliate larebbero in altri paefi . I fabbricatori che le introducono ne’ paefi ne’ quali elle puma non v’eranos pongono ogni loro (Indio per invitar gli Operaj ; perciocché fnoltiplicandofi 'quelli fi moltiplicano le manifatture, ed i loto utili inlcparabili da quelli del paefé. Per riprova delle ragionale confiderazioni dell’ Uflariz riporterò una propofizione del Signor Melon fama lo ftefib argomento * ~ Gli