Lettera X. 27J rifca un intiero capitolo della di lui opera, onde chiunque diiapprova la vendita de’ Comunali refti convinto, che da ben altre cagioni derivano la povertà , e l’abbiezione de’ contadini. ,, Ritrovandoli in quella patria del Friul una grande quantità de terreni che vanno n di male lenza elTer lavorati , delti quali „ non li cavano frutti , effe ado affatto ab-„ bandonati per non haver chi li lavora, per n la penuria delli coloni loro, quali nonhan-no il modo, & quello che cavano de’frut-}J ti biiogna che paghino lo adito al patron „ dei fondi , ma la maggior parte cavano „ tanto pocho, che molti non cavano a pe-„ na le Temenze, & quello per non effer le „ terre lavorate come vorebbeno, perciò che „ li lavoratori di quelle non le fanno lavo-„ rare come facevano li antiqui noilri, do-„ ve che affatto hanno perfo l’arte, & per „ quello le terre piu non frutano come già „ facevano , cagione che la contadinanza e t, fatta poveriffima cafcando in una grande ,, miferia, & calamità, la maggior parte di „ loro andando ogn’anno di mal in peggio, #, perdendo l’arte del ben lavorare affatto , „ fatti biailematori, gololi di poca fole, che „ quali la maggior parte vanno remenghi, „ perdendo tempo perle hoilerie: abandonan-„ do le lor povere famiglie, e fe pur alcu-„ ni fono reitati fopra li terreni non haven-Tomo VI. S „ do