re , o minor diligenza impiegata lodo tenuto in operare, cornei’ab-negli Efperimenti, ma anco la_. biamo dal detto Procedo Verbale maggiore, o minore applicazione, del metodo tenuto in Torino. o attività di Fuoco, o il maggiore, 9. La Novità, che fi rilevava o minor vigore dell’ Acqua fòrte, nel trovare fi fiata la bontà del Zec-o la diverfa figura, e qualità degli chino di Firenze a Carati 23., e utenfili, poffono dare in divertì Grani 23., non credo, che fia di efperimenti rifultati difuguali, co- tale importanza da farci infofpet-me pur troppo fi vede accadere.* tire della Verità di detti Efperi-quando fi trafraette in diverfo Zec- menti, ne da produrre alcun catti-che a faggiare l’ideilo pezzo iden- vo effetto nella valutazione delle tifico di Moneta. Monete. Perchè è veriffimo, che 7. Non ottante tutto quello, riflettendo all’ efattezza ufata negli Efperimenti di Torino, che riful-ta dal detto Procedo Verbale, e riflettendo maffimamente alla duplicata diligenza di faggiare non fòlo le Monete Angolarmente pre-fe, ma di replicare anco il Saggio fopra le medefime in mafia, pare, che quella circoftanza faccia fpe-cialmente preponderare la fiducia, che meritano i rigorofi Efperimenti fatti in Torino fòpra i Saggi degli Anni fuddetti 1749., e 17^0., quali, quantunque procedino dalli atteftati di diverfo Zecche, fono però tutti fatti fopra Angolari Monete ; anzi fopra pezzetti dell’ iftetì fa unica Moneta trafmefli alle fopra mentovate cinque Zecche. 8. Il Signor Compayre, effe lido flato da me eccitato a giuftifica-re inCarta le principali difcordan-ze, che fi offervano nelle predette due Tabelle di num. IV., e V., lo ha fatto con le confiderazioni, che pongo annette al num. VI., nelle quali mi pare, che renda baftante-mente ragione delle Operazioni fatte in Torino, a confronto delle quali non pare, che poffmo ilare i puri Saggi, che prima avevamo tutti fopra Monete Angolari, e che fi fondano in mere afferzioni tra loro fpeffe volte diffonanti, fenza che abbiamo alcuna notizia del me- il titolo del Zecchino di Firenze è flato fino dalla fua fondazione a bontà di 24. Carati, e per tale fi mantiene anco di prefonte con tutto il rigore, e per tale è flato rico-nofciuto dalle altre Zecche d’Italia ; ma vero è altresì, che lo Zecchino Veneziano per ragione del fuo colore, e per la fua maggiore tenerezza , o duflilità ha avuto fompre nel credito univerfalo qualche preferenza. io. Sicché fola perfezione fud-detta nel colore, e nella du&ilità fi vuol confiderare come un’ effètto della maggior purità dell’ Oro, come pare, che inclini a credere il Broggia nel fuo trattato delle Monete Cap. 22., e come fi può dedurre dal Savot de num. Antìquif. Cap. 8. part. 2., e da altri, che credono, che il divertì) colore dell’ Oro raffinato provenga dalla diverfa qualità de i Metalli, con cui di prima è flato mefoolato, e per confoguenza da un refìduo infeparabile di eflì Metalli, che non ottante la raffi-nazione perfifte, bifògnerà confei-fare, che l’Oro de’ Zecchini di Venezia è più raffinato ; ma in tale^ Ipotefi, ne men l’Oro de’ Zecchini di Venezia fi potrà dir condotto alla bontà intiera di 24. Carati, il che fbftengono per impolfibile all’ arte umana il detto Savot detto Cap. 8. Budeo de Affé. lìb. 3., ove dice,