I 4 dice, che per teftimonianzadelli Zecchieri di Parigi non era poffibi-Je raffinare l’Oro, oltre la bontà di Carati 23., e II Savary ancora alla parola Or, dice, che l’Oro più fino è tèmpre inferiore di un tèdi-cefimo, o almeno di un trentadue-fimo di Grano alla bontà intiera di Carati 24. E il Lemery parimente è dell’ illeiTa opinione : Corfo Chimico Pari. pr. dei Minerali, lib. pr. Cap. pr. 1 1.Se poi il colore, e la duttilità fono pregi dell’ Oro, ma pregi indipendenti dai gradi della fua_. raffinazione, in tal caffi ftà bene, che il Zecchino di Firenze fi debba dire a bontà intiera di 24 Carati, come l’opinione univerfale lo fuppone, ma non ottante in contemplazione dei predetti pregi dovrebbe eflere prezzato con qualche piccola preferenza a favore del Zecchino di Venezia, come in fatti quali tèmpre in tutte le Piazze d’Italia è fucceduto, e fuccede . 12. Per tanto tè una piccola preferenza di prezzo tè li deve accordare , diventa una difputa accademica il queftionare tè tal preferenza li meriti o per una ragione , o per un altra , e tè quel grado di colore, e di duttilità, che lo dillin-gue , lì debba afcrivere a una più perfetta tèparazione da ogni altra lpecie di Metallo , ovvero li debba dire, che la raffinazione è fatta», ugualmente nell’ uno , e nell’ altro Zecchino , ma che quello di Venezia ha indipendentemente dalla_. raffinazione i detti pregj di più . 13. Accordato dunque il merito di una piccola diftinzione nel Prezzo, quel Grano unico, che i Saggi concordati in Torino confti-tuitèono di differenza in bontà, mi pare , che non ecceda il prezzo di quella predilezione, che più comu- nemente lì accorda al Zecchino, di Venezia, ficchè quando anco il Saggio di Torino fi dovette in rigore dire erroneo, produrrebbe», per altro una contèguenza, che non è lontana dalla verità. 14. La terza objezione defunta dalia difficoltà di efeguire i Saggi con l’ultima eiittezza, e con l’iftef fa uguaglianza di metodo, di attenzione , di Fuoco, di Acqua forte, e di Arnefi è pur troppo vera in tè ttefla ; ma tal difficoltà appunto deve far comprendere l’utilità, e la neceffità delle lblenni cautele , e diligenze ufote nei Saggi di Torino, fuperiori certamente a quelle , che fono altre volte tèrvite di fondamento alle Gride in quella-, materia, ficchè o bifogna renuoziare all’arte di foggiare, come troppo fallace, e incapace di produrre un accertata definizione della purità dei Metalli, ovvero bifogna contentarli di fondare quello giudizio fopra quelle maggiori diligenze , che la prudenza umana fugge-ritèe, e che mi pajono molto elettamente praticate in quella occa-fione in Torino. 15. Per maggiore ffidd¡sfazione fopra la verità di quelli Saggi, avendo un dotto Profefibre dell’ Uni-veriìtà di Padova ftampata ultimamente in quello corrente Anno una Differtazione dell’ Origine , e del Commercio della Moneta, e intènte in quella due Tabelle, che ho ftimato bene di porre in Copia annelfe al n. VII., e n. Vili., e trovandoli in quella di n. Vili, i Saggi di tutte le Monete più ufual-mente correnti in Italia , io ho fatto paragonare quelli Saggi, che_, probabilmente foranno dati defunti dalia Zecca di Venezia, con i predetti Concordati in Torino, facendo l’opportuna riduzione dei di-