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cento libbre, non fi rende l’equivalente, ma appena i due terzi del convenuto : perchè oggi l’argento vale certamente un terzo meno d’allora, o fia fecondo la volgare efprefllone, le merci fon incarite d’un terzo . Nè fi creda che ne’ baratti di cofa con cola fi poiia trovare maggior egualità; mentre in cento anni ogni cofa fi muta nell’ intrinfeco fuo prezzo . La popolazione , e la rendita de’ feudi o crefce , o manca : il prezzo delle pigioni, mutato il numero degli abitatori d’una citta, fi varia: variafi, fecondo la varietà delle mode, de’coftumi, e dell’arti il prezzo de frutti d’un podere : ed in fine tanta è la inabilita delle umane cofe, che in cento anni la ftef-fa cofa non è più la fteifa nella (lima, e nel prezzo datole ; e fe un’ antica permutazione, giuda allora, dopo cento anni fi riguarderà, vi fi troveràfempre un enorme lefione. Il tempo fa ingiufto il giufto, e tramuta il giufto in ingiufto : e perciò qual egualità naturale fi vuol trovar ne contratti ? Qual vana e ridicola confervazione ne’cenfi ? Se la mutazione del valore eftrinfeco della moneta non gli fce-ma , l’abbondanza del metallo , e la mutazione del prezzo interno lo fa.
      Audace e fciocca è poi l’intraprefa de’ fud- uon fi pu% diti in voler contrarre di non aver a (lare fatto Hul*re Principis intorno alle monete. La validità de’con-J*rtf, f2J0 tratti nella vita civile non dipende da altri che Principi* • dal Sovrano. Or come fi potrà ricorrere al Principe che foftenga , e faccia efeguire quello, che contro al fuo volere s è convenuto ? Ma dal non aver voluto i Principi far leggi proprie , e dal-
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