PRIMA. B Ecclepam\ per l’argomento del tetto nel c.-cum ac„ cc(ftffent,de Confitut. : n Dunque ne fiegue, che la confuetudine , che produr pretende il Maeftrato , fia più totto irragionevole ; e perciò non fia vera confuetudine, ma corruttela . Che le non è vera confuetudine , ma corruttela ; dunque deve anzi abolirli, che foftenerfi ; in vigor del tetto nel c. mala , dtf. 8. ; ° come pur della bolla di Urbano Vili,, che comincia Romanns Fontìfex> pubblicata a dì cinque di Giugno del mille feicento quarantuno, nel §. nec non rcliqua , e nel §. & quatcnus foret opus ; che pur’anche dal mentovato Monfignor Fagnani vien riferita . Ma come mai può dirli razionabile quella con-fuetudine , che riprovata vien dalla legge , quando l’anima della legge é la ragione ? Ond’è, che giallamente infegna la Chiotta nelr. tanta , de Confuet. nella parola rationabilis ; illam dico rationabilem , quam non improbant jura. Quetta è contraria al Cerimoniale » eh’ è legge ; dunque ragionevol confuetudine non può mai effere . Cosi nel catto il Cardinal di Luca , per l’appunto parlando di quelle conttuetudini , che contro al cerimoniale introdotte fono, da par fuo infegna ; P che quando fcilicet confuctudines odverfentur c^remonìali romano, rations claufularum contcntarum in Confit. Clement. Vili., ejufdem c£remonialis confirmatoria , quarum claufularum virtus, & operatio efi infìcere quantunque contrariam pofle/fionem, vel obfervantìam ; unde confcqusnter tollitur, velimpeditur confuetudo . La con- fuetudine innoltre nondeefl attendere per ciò , che fi pratica in uno , o due luoghi foli ; ttpezialmente quando E que- rn Diez. Centrai. io. «. 5. n Capai. dee. 9. n. 5. o Euììa'Vrbanil/lIl. p Card, de Lue. {ar. 2. rei. Rom. Cur. for. dtp. 18. ». 12.