AW giorno della Cone.dell a J^erg. 15 y vezza, perche pretendere che il faccia ancor’ ora_, pernoftraperdizione 1? Anzi quella èia cornfpon-denza , che noi ufiamo a quelle lue care finezze? Rinnovarle i dolori, che foftenne per noftro amore. ? Riaprirle le piaghe, che foffèrfe per la noftra fai u-te ? Provvocarle nuovamente le lagrime, che fparfe già per cagion noftra ? Ah miei Dilettifiimi, non vi ò già nè per sì ingrati di cuore , nè per si feortelì di genio ,nè per sì incivili di tratto, che vogliatesi bruttamente portarvi con Maria, la voftra Signora, Ja voftra Protettrice ,la voftra Madre. Dirovvisì bene , che trattiate bène Giesù , perche è Figliuolo di buon Padre, e di buona Madre. Trattatemelo bene ; non i’oftendete colla lingua, che fpefto fdruc-ciola; noi trafiggete con gli occhi, che incautamente girano ; non i’appeftate coi cuore , che tutto dì fi contamina. Trattatemelo bene ; non gli rinnovate • flabelli colle voftre lenlualità, non le ìpine colio voftrc albagie, non le funi colle voftre acanzio. g rattatemelo bene ; noi baciate da Giuda , noi rinnegate da Pietro, non 1’abbandonate come gli Ap-oftoli nella fuà morte; nò, nò, miei Cari, nò; erch’ è Figliuolo di Maria , Fighuol di buon Padre, di buona Madre.